IRVO, l’ente che certifica 219 milioni di bottiglie tra DOC e IGT. L’intervista a Vincenzo Cusumano

 

IRVO, Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia. Per il consumatore che acquista una bottiglia al supermercato o che la sceglie al ristorante è una sigla – peraltro non presente in etichetta – che dice poco. Eppure, nella filiera produttiva di una rinomata etichetta siciliana, ha una importanza decisiva. Come? Per spiegarlo occorre fare qualche passo indietro.

Nato nel 1950 come ente pubblico al servizio della vitivinicoltura siciliana, l’IRVO (www.vitevino.it) è un ente pubblico regionale preposto alla tutela, evoluzione e promozione della produzione vitivinicola siciliana. Nel 2007 è stato riconosciuto per decreto ente di ricerca regionale. Ha sede a Palermo con uffici periferici presso Alcamo, Marsala, Milazzo e Noto, due sportelli tecnici sono a Canicattì e Castiglione di Sicilia. E’ dotato inoltre della cantina sperimentale “G. Dalmasso” a Marsala. Dal 2011 ha una sede di rappresentanza a Catania. In materia di olio, sempre dal 2011 e per legge, gli sono state attribuite competenze in merito di valorizzazione e promozione dell’olio extravergine di oliva prodotto e confezionato in Sicilia; valorizzazione e promozione dell’oliva da mensa prodotta e confezionata in Sicilia; e la certificazione, ricerca e innovazione nella filiera olivicolo-olearia.

In altre parole, l’Istituto svolge una azione rilevante in favore delle aziende agricole che producono vino e olio. E’ uno dei pochi enti certificatori pubblici in Italia. Oltre questo fa sperimentazione, analisi enochimiche presso i propri laboratori, ricerca, pubblicità, partecipazione alle fiere, controlli e certificazioni per le produzioni IGT e DOC, formazione professionale, consulenza legislativa, ente di controllo di settore.

Per fare l’esempio più evidente, ogni bottiglia prodotta in Sicilia che in etichetta riporta il marchio “DOC”, ad esempio DOC Etna o la stessa DOC Sicilia, passa da una controllo e da una trafila certificata da IRVO che prevede una analisi chimica e una organolettica su ogni campione di vino DOC prelevato. Una responsabilità non da poco. Anche perché sono certificazioni che sono sinonimo di qualità e di controllo dell’intero processo produttivo. Il che si trasforma un incremento di valore del prodotto e, conseguentemente, un maggior profitto per il produttore.

vcusumanoQualche numero: nel 2015 l’IRVO ha certificato per le 24 DOC poco meno di 39 milioni di bottiglie (solo DOC Sicilia è in quota per oltre 24 milioni di bottiglie) ai quali si aggiungono circa 180 milioni di bottiglie IGT Terre Siciliane, senza contare a certificazione dell’olio della neonata IGP Sicilia e della DOP Valdemone.

Da un mese, luglio 2016, è direttore Vincenzo Cusumano, mentre Marcello Giacone è commissario straordinario. Occorre infatti precisare che, pur trattandosi di un ente regionale che genera dei proventi, ha accumulato nel corso degli ultimi anni un debito di circa 9 milioni di euro. Un debito che paralizza l’attività mettendo in difficoltà le stesse aziende e i 65 dipendenti. Del come si sia generato, considerato anche l’importo, immaginiamo non sia solo un problema contabile. Varrebbe forse la pena di fare qualche indagine.

Al dott. Vincenzo Cusumano abbiamo voluto fare una breve intervista:

Direttore, l’IRVO è un ente regionale che a mio parere è poco conosciuto, almeno dai consumatori. Non sono molti a sapere cosa fa e a comprenderne l’importanza.
Il ruolo di IRVO è essenziale per le aziende produttrici – dell’olio e del vino – e alle quali diamo molti servizi. In sintesi ricerca, sviluppo, formazione, promozione e certificazione. In campo olio e vino. l’IRVO certifica sul vino le 24 DOC presenti in Sicilia e per l’olio la IGP Sicilia e la DOP Valdemone. Inoltre seguiamo dei progetti e delle ricerche per la Comunità Europea.

Nella promozione, quali sono gli eventi principali ai quali provvede IRVO?
Anche nel campo della promozione l’istituto ha un ruolo fondamentale, si pensi al Vinitaly di Verona (aprile 2017) e al Prowein di Düsseldorf (marzo 2017). Inoltre stiamo valutando Vinexpo, ma è un po’ presto per dare conferme.

Quante aziende si sono registrate alla Prowein e al Vinitaly? Ci sono aumenti nelle quote di partecipazione?
Alla Prowein ci sono già 30 aziende. Per il Vinitaly è un po’ presto, nei prossimi giorni manderemo gli inviti di partecipazione alle aziende. Vedremo anche per le quote.

Secondo gli uffici regionali, l’Istituto ha un disavanzo di oltre 9 milioni di euro dalle precedenti gestioni. Sembra un bel problema. Qual è lo stato di salute dell’Istituto?
Sicuramente è un grosso problema, di natura finanziaria. Però, sin dal primo giorno del mio insediamento sto lavorando per ristrutturare il debito. Un terzo siamo già riusciti a posizionarlo. Il funzionamento dell’attività corrente e della certificazione è garantito. L’istituto continua nelle sue attività, così come nel rapporto con i suoi dipendenti

Che tempi ci sono per una certificazione? Quanto tempo passa?
Non molto, anzi, siamo rapidi. Da quando il fascicolo aziendale è completo, e ci sono tutti i dati, circa dodici giorni. Consideri che offriamo un servizio molto utile e che le tariffe sono le più basse d’Italia.

Sull’olio cosa mi dice? Sulla nuova IGP ci sono delle richieste?
Sulla IGP Sicilia siamo ancora all’inizio. Però le posso confermare che ci sono arrivate richieste da oltre 1.000 aziende. Buon segno.

 

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