Eccola:
Italia: prima nel mondo per volume di produzione del vino;
Spagna: prima nel mondo per superficie vitata;
Spagna: prima nel mondo per quantità esportate;
Francia: prima nel mondo per valore delle esportazioni;
USA: prima al mondo per l’import in valore
USA: prima al mondo per i consumi complessivi
Germania: prima al mondo in volume di vino importato;
Andorra: prima al mondo per consumo pro capite
I dati sono di OIV – Organizzazione internazionale della Vigna e del Vino, che ha presentato di recente i suoi dati sulla Congiuntura vitivinicola mondiale 2016. Dallo studio emerge che l’Italia si conferma al vertice assoluto per volume di vino prodotto, con 50,9 milioni di ettolitri nel 2016 (esclusi succhi e mosti), davanti a Francia (43,5 milioni di ettolitri), Spagna (39,3), Stati Uniti (23,9), Australia (13), Cina (11,4) e Sudafrica (10,5).
Per superficie vitata, invece (ma i dati Oiv non distinguono tra uva da vino e uva da tavola), la Spagna è leader assoluta, con oltre 975.000 di ettari vitati, seguita dalla Cina con 847.000 ettari (ma con la grande maggioranza destinata alla produzione di uva da tavola), dalla Francia con 785.000, poi dall’Italia con 690.000, dalla Turchia con 480.000 (ma anche qui l’uva da tavola pesa per oltre la metà del totale), dagli Usa con 443.000 ettari e dall’Argentina con 224.000.
Spagna che, tra le curiosità, è anche al vertice assoluto per superficie di vigneto a biologico con 96.591 ettari nel 2015 (dati Corriere Vinicolo-Unione Italiana Vini) davanti all’Italia con 83.643 e alla Francia con 68.579, con l’Europa che nel complesso copre l’85% di tutta la superficie vitata condotta in regime biologico nel mondo.
Ma la Spagna si posiziona al top anche per volume di vino esportato, nel 2016 con 22,3 milioni di ettolitri, ancora una volta davanti all’Italia con 20,6, alla Francia con 14,1, al Cile con 9,1, all’Australia con 7,5, al Sudafrica con 4,2 e agli Usa, con 4,1 milioni di ettolitri.
In valore, invece, la palma di migliore esportatore spetta alla Francia, con oltre 8,2 miliardi di euro, seguita da Italia con 5,3 (altre fonti parlano di 5,6 miliardi di euro, ndr), e poi a distanza da Spagna con 2,6 miliardi di euro, Cile con 1,6, Australia con 1,4, Usa con 1,3 miliardi di euro, e a parti merito Nuova Zelanda e Germania con 960 milioni di euro di vino esportato.
La Germania è, invece, il primo Paese per l’import di vino in quantità, con 14,5 milioni di ettolitri nel 2015, davanti a Regno unito con 13,5, Stati Uniti con 11,2, Francia con 7,9, Cina con 6,4 milioni di ettolitri, Canada con 4,2 e Russia con 4 milioni di ettolitri.
Gli USA sono leader assoluti per valore di vino importato, con 5 miliardi di euro, davanti a Regno Unito con 3,5, Germania con 2,4 miliardi euro, Cina con 2,1, Canada con 1,6, Hong Kong con 1,4 e Giappone con 1,3.
Ma gli USA sono anche leader assoluti nei consumi complessivi di vino, con 31 milioni di ettolitri, davanti a Paesi storici per il consumo del nettare di Bacco come la Francia, a 27, e l’Italia, a 22,5, ma anche a Germania con 20 milioni di ettolitri, Cina con 17,3, Regno Unito con 13 e ancora Spagna con 9,9 e Argentina con 9,4.
Decisamente curioso, invece, il dato sui consumi pro capite, dove numeri limitati della popolazione e livello di benessere giocano evidentemente un ruolo determinante: dai dati del Wine Institute (aggiornati al 2014) emerge infatti che al vertice c’è nientemeno che il piccolo Principato di Andorra, con 56,9 litri a persona all’anno, seguito dalla Città del Vaticano con 56,2, e poi da Croazia con 46,9 litri, dal Portogallo con 43,7, dalla Francia con 43,1 (unico dei grandi Paesi produttori in posizioni alte della classifica), dalla Slovenia con 42,5 e dalla Macedonia con 40,4 (con l’Italia a quota 34,1 litri).
fonte: winenews.it