Una delle espressioni più profonde della Sicilia passa dal Nero d’Avola, un vitigno del “sud” talmente identitario che è impossibile replicarlo oltre la sua isola. Al contrario, nelle sue terre, nella sua casa, dimostra una generosità ed una classe straordinaria. Un cavallo di razza capace di progressioni brucianti.
Tra coloro che meglio hanno saputo comprenderlo e amarlo, l’enologo Salvo Foti e l’azienda Gulfi della famiglia Catania. Entrambi hanno investito più di venti anni di energie e risorse, soprattutto nell’estrema punta della Sicilia sud-orientale, presso Pachino, probabilmente il luogo di nascita di questo vitigno.
Oggi Gulfi procede a ritmo serrato nella valorizzazione delle singole contrade: i Gran Crudel Nero d’Avola allontanano gli anni dei vini da taglio, venduti sfusi e senza etichetta.
Ma a Chiaramonte Gulfi c’è spazio anche per altro: l’azienda coltiva ad alberello vitigni autoctoni di forte tradizione come il Frappato, il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, il Carricante e l’Albanello. Piccola eccezione, il Pinot Nero coltivato sull’Etna, adattato però al metodo dell’alberello etneo e al suo territorio: un vino sui generis, frutto della continua voglia di fare ricerca, ma rimanendo saldamente ancorati alla tradizione. Infine, non bisogna dimenticare Il Cerasuolo di Vittoria, unica DOCG siciliana: le etichette aziendali nascono da una ricerca storica e da una selezione massale di vecchi vigneti di Frappato nella zona tra Chiaramonte Gulfi, Comiso e Vittoria.
Al Vinitaly 2018 Gulfi porta in degustazione tutta la nuova collezione.
- Valcanzjria 2017 (blend di Chardonnay e due vitigni autoctoni della Sicilia orientale, Carricante e Albanello, coltivati tra le dolci colline dei monti iblei).
- Carjcanti 2014 (Carricante, con una piccola presenza di Albanello, coltivate nel territorio calcareo di Chiaramonte Gulfi)
- Rossojbleo 2017 (rosso giovane, fruttato, un altro modo di esprimere il Nero d’Avola)
- DOCG Cerasuolo di Vittoria 2016 – 2017 (nero d’Avola e Frappato, insieme nel loro autentico terroir. Freschezza e fragranza in armonia: tipicità della prima Docg siciliana)
- DOCG Cerasuolo di Vittoria Classico 2016 (nasce da vitigni di Nero d’Avola (70%) e di Frappato (30%) selezionati e reimpiantati dall’azienda Gulfi, coltivati ad alberello modificato su spalliera in vigneti tra i 15 e i 20 anni di età in contrada Canzeria (Vigna Coste e Vigna Stidda), nella Sicilia Sud-orientale, nel Comune di Chiaramonte Gulfi (RG).
- Nerojbleo 2014 (dalle vigne più vecchie dei monti iblei, in Chiaramonte Gulfi e da alcune antiche vigne di oltre 40 anni di Pachino, un Nero d’Avola intenso e solare)
- Nerobaronj 2012 (prodotto in una contrada storica del pachinese: Baroni. La coltivazione ad alberello e il terreno bianco calcareo donano a questo vino struttura e un gusto vellutato)
- Neromaccarj 2012 (coltivato in contrada Maccari, un Nero d’Avola sanguigno e minerale, frutto di un terreno profondo, nero, ricco di fossili marini e minerali ferrosi)
- Nerobufaleffj 2012 (coltivato in contrada Bufaleffi. Il particolare terreno policromatico, di differente origine geologica e con presenza di sabbia vulcanica, conferisce al vino grande struttura, complessità e al contempo eleganza)
- Nerosanlorè 2012 (in contrada San Lorenzo, ad una distanza di 700 metri dal mare, un Nero d’Avola di grande finezza, contraddistinto da note iodate)
- Rosà 2017 (da uve Nero d’Avola, coltivate in vigna San Lorenzo, all’interno della Doc Eloro, Pachino)
- Reseca 2012 (nasce da vigne coltivate ad alberello etneo di Nerello Mascalese sui terreni terrazzati nel territorio vulcanico di Randazzo, nella vigna Poggio che si estende per circa due ettari in frazione Monte La Guardia nel versante nord dell’Etna. Vino austero e importante con finezza e struttura tannica tipiche dei grandi vini etnei).
- Pinò 2013 (un Pinot Nero dell’Etna coltivato ad alberello. Cinque anni fa in Contrada Monte la Guardia, a Randazzo, Gulfi ha impiantato in mezzo ettaro una selezione massale di due tipi di Pinot Nero di Borgogna. Con una densità di impianto di 10.000 piante per ettaro, a 850 metri dal livello del mare. Un vino che nasce dal desiderio di accogliere il suggerimento di un fidato vivaista francese per verificare la capacità espressiva del vitigno straniero, adattandolo non solo al territorio etneo, ma anche alla tecnica plurimillenaria dell’alberello).
Gulfi è nel Padiglione 2 Sicilia, Stand 114G/125H