Rovittello, Etna nord. Tenuta di Fessina è un angolo di vulcano e di vigna che si raggiunge traversando la frazione e, guardando a valle, si trova appena sotto la ferrovia. La proprietà fa capo a Silvia Maestrelli, un po’ toscana, un po’ milanese: sette gli ettari di vigna allevati ad alberello con nerello mascalese, più altri tre con uve carricante, condotti in collaborazione con altre famiglie tra Milo e Biancavilla, fronte sud-est. I vini sono, inutile dirlo, leggendari, prima di tutto il bianco A’Puddara, così come il Musmeci, un Etna Rosso di interminabile eleganza. Ciò che colpisce di più, a parere di chi scrive, non è però il singolo vino, bensì tutta la collezione. Vini, nessuno escluso, belli, eleganti, identitari, succosi, piacevoli. Pochissime aziende sull’Etna (due o tre) possono vantare una serie talmente estesa ed emozionante.
Stavolta, però, non parleremo di vino, ma del progetto “ospitalità” per cui si è reso necessario tempo, pianificazione, risorse. Nel vecchio borghetto e nello stesso edificio del vecchio palmento, con vista sulle vigne un tempo coltivate da Ignazio Musmeci(il riferimento è al vino del quale ricordo un 2008 senza eguali) ci sono ora sette camere finemente arredate, tutte diverse, e accomunate dal medesimo spirito: vivere i luoghi, la montagna, la vigna, le atmosfere del vulcano attivo più alto d’Europa. Gli spazi dei vecchi edifici del piccolo borgo sono stati ripensati e trasformati. Ogni camera ha un nome, una storia. Il dettaglio è la sintesi del concept: merletti siciliani, pietra lavica decorata, ferro arrugginito, oggetti d’arte e oggetti della memoria si mescolano con un luogo dalle energie primitive. Forme e materiali non soffrono di nostalgia, anzi, si esprimono tutte in modo autentico.
Ad esempio, nei “Tina” si raccoglieva il mosto fermentato, un oggetto di cantina che simboleggiava il processo di lavorazione del vino. Oggi è una camera che si affaccia sugli alberelli centenari del vigneto, un lembo di terra nascosto tra due colate laviche che formano un anfiteatro naturale. Nei “Canedda” i vendemmiatori depositavano l’uva raccolta che veniva pestata dalle donne. Oggi è il nome di una camera dal fascino romantico guarda sul cortile della cantina. “Cufina” era la cesta dove si deponeva l’uva raccolta. Oggi è il nome di una stanza-rifugio a due letti, una romantica piccionaia sotto il tetto del palmento. Nel “Carateddu”, un contenitore che fungeva da misura, si conservava, pesava e commerciava il vino. Oggi è il nome di una camera in alto nell’antico Palmento, con vista sulle vasche di coccio pesto e sul torchio. La “Litturina” è il treno che qui ha una storia particolare. Lo scartamento è ridotto e i vagoni della circumetnea collegano tuttora Riposto e Catania, passando per i centri pedemontani tra vigneti e rocce laviche di incredibile impatto emotivo. La camera ne riprende il nome, i rumori velati della ferrovia scandiscono piacevolmente i momenti che qui si trascorrono.
Poi,“Istenna” era la cisterna, una dotazione indispensabile dei casali etnei. Nel cuore degli spazi vitali, custodiva anche le tradizionali botti in castagno. Oggi è una splendida camera ad un passo dalla bottaia. Infine, “Verderame”, la miscela di acqua e rame ottenuta nella vasca accanto al pozzo sul cortile. Oggi è una camera costituita nella roccia lavica.
In conclusione, vince il luogo e vince il senso di proporzione tra linee gentili e stratificazione di oggetti, scelti uno ad uno, che genera una eleganza non convenzionale. Una proposta di ospitalità che il concetto di “lusso” non può descrivere.
Tenuta di Fessina
Contrada Rovittello, via Nazionale SS 120, 22
Castiglione di Sicilia (Ct)
www.tenutadifessina.com
Tel. 3299714353
Coordinate GPS: 37.856482,15.094037