Sicilia Express, un libro viaggio tra vie ferrate, vino e grandi bellezze

 

Un’isola, un triangolo nel blu, eppure così grande da potervi viaggiare in treno per giorni. La Sicilia ha da sempre instaurato con le vie ferrate un rapporto speciale, di reciproca comprensione e rispetto. I tempi – non troppo lunghi non troppo corti – la libertà di movimento e la calma insita nella tipologia del viaggio durante il quale è possibile “leggere il paesaggio”, costituiscono un plus che altri mezzi di trasporto non hanno. Non si può che sorridere leggendo “… Ha ancora senso in un’epoca di voli low cost sciropparsi otto ore di treno per andare da Roma a Messina? (…) otto ore per starsene tranquillamente in disparte, chiacchierando quanto basta con l’amico fidato, prendendo appunti o leggiucchiando e utilizzando il resto del tempo per guardare l’Italia sfilare fuori dal finestrino”.

Il libro Sicilia Express, una guida, anzi, il racconto dei viaggi attraverso l’isola di Paolo Merlini e Maurizio Silvestri e pubblicato dall’editore Exòrma, rivela una Sicilia inedita, scoperta dalla linea ferroviaria. Linee secondarie, alcune a scartamento ridotto, sono talmente suggestive da essere oggetto di recupero da parte della Fondazione Ferrovie dello Stato (è notizia di pochi giorni fa, leggi qui). Numerose corse sono persino organizzate utilizzando le antiche vetture restaurate di metà ‘900.

Il linguaggio di Merlini e Silvestri è contemporaneo, confidenziale e attuale più che mai. I riferimenti sono reali, tangibili, con tanti suggerimenti e storie da vivere in prima persona: dalla Sicilia orientale alla costa occidentale fino ad Agrigento. E ancora, il treno del Barocco che da Siracusa va a Noto per poi risalire su, via Modica, Ragusa fino a Gela e oltre, Palermo, Trapani, Enna e Caltanissetta, sempre alla scoperta di stazioni, depositi ferroviari, musei a tema e convogli storici.

Il vino è spesso fedele accompagnatore di alcuni deliziosi episodi, come ad esempio “L’uomo dello Stretto”, nel quale si scopre il vino Faro e suoi giardini sopra Messina; o “Marsala Sideways”, nel quale il lettore si tuffa nel vento salmastro e nell’odore forte del vino che ha fatto con gli inglesi la storia dell’isola nel mondo.

Di seguito un breve stralcio de “L’Antefatto”:

(…) Ad aprile il colore dominante era ancora verde intenso, punteggiato – man mano che prendevamo quota – dalla ginestra aetnensis, pianta endemica dell’Etna che fino ad un’altezza di 2.000 metri tinge di un giallo esplosivo le sciare di un vulcano. Avevamo lasciato Adrano già da un po’ quando transitammo per il Passo dello Zingaro. Prima di Bronte, la linea divideva in due un paesaggio lunare correndo in mezzo a trincee scavate nella lava di passate eruzioni. Poco più avanti capii come sono fatti gli alberi del pistacchio: bassi, con un fusto grigio ed esile e con i numerosi rami ancora privi di foglie, sembravano spuntare direttamente dalla lava nei posti più impensati, molto somiglianti ai fichi selvatici durante l’inverno. La cima del vulcano si vedeva bene dal finestrino ed era ancora completamente innevata. Non sembrava possibile che presto la bella stagione avrebbe bruciato questo paesaggio rendendolo brullo e calvo. Maletto “la città della fragola” e poi Randazzo, dove prendemmo la coincidenza per Giarre-Riposto, scendendo quasi subito. La stazione di Passopisciaro-Moio, per quanto completamente deserta, mi diede la sensazione di un posto vitale, forse perché, esposta a oriente, la vedevo inondata da un sole già alto. Quell’edificio dalle porte sprangate che lo sguardo del viaggiatore distratto normalmente cataloga come un avamposto dimenticato dalla modernità al pari delle migliaia di stazioni impresenziate sparpagliate lungo la rete nazionale, voleva raccontarmi la sua storia. Non sapevo dove eravamo capitati, però mi piaceva. Se non fosse stato per i modelli delle automobili e per l’immancabile palo a sostegno dei ripetitori della telefonia mobile, avrei giurato di aver fatto un viaggio all’indietro nel tempo. Passopisciaro, amministrativamente parlando, è una delle tante frazioni di Castiglione di Sicilia, anche se a guardarla bene è solo una manciata di vecchie case lungo un tratto della Statale 120 dell’Etna e delle Madonie. Non potevo sbagliare, così era scritto sulla facciata scolorita della casa cantoniera diroccata, sorvegliata a vista da un manipolo di canuti ultraottuagenari seduti sull’uscio del circolo cittadino dal lato opposto della strada. Per il resto non c’era altro, in quel caldo mattino di quasi estate, che il binario unico della Circumetnea e il fischio delle automotrici a scandire il tempo. Come in un film di Capra, quel Frank Russell Capra venuto al mondo come Francesco Rosario Capra a Bisaquino, vicino a Palermo, seguimmo l’istinto che ci guidava al di là dei binari e dopo una discesetta eravamo già in aperta campagna, nel luogo della fiera. Qui l’atmosfera cambiò in un attimo. Improvvisamente il Technicolor sostituì il bianco e nero e questa volta lo scenario mi parve un vero e proprio ritorno al futuro. Gente elegante, giornalisti, cantine con vini meravigliosi, facce allegre, abbondanza, vitalità… un sogno! (…)


Gli autori

Paolo Merlini soprannominato l’esperto di vie traverse, è uno specialista di trasporto pubblico locale. Di slow travel scrive e parla alla radio. Collabora alle Guide Verdi del Touring Club Italiano e da quattro anni gestisce, insieme alla moglie, il seguìto blog Italiaconibimbi.it. Ha pubblicato con Ediciclo L’arte del viaggiare lento (2012).

Maurizio Silvestri, sommelier e degustatore ufficiale dell’AIS, è un attento conoscitore della realtà enogastronomica italiana. Collabora con il Touring Club Italiano, con la rivista Porthos e con Slow Food. Dirige, insieme a Giuseppe Gennari, il Festival Ferré di San Benedetto del Tronto.


 

SICILIA EXPRESS
Paolo Merlini e Maurizio Silvestri
Exòrma Edizioni
Collana: I viaggi senz’auto
Pagine: 160
Prezzo: € 14,50
ISBN: 978-88-98848-76-8
www.exormaedizioni.com

Il quarto volume della collana I viaggi senz’auto. I nostri due “terranauti” questa volta per viaggiare scelgono il treno: un libro di viaggio e una guida, con la meraviglia per una inedita Sicilia ferroviaria e la bellezza delle linee secondarie: dalla Sicilia orientale alla costa occidentale fino ad Agrigento dopo aver preso il treno del Barocco che da Siracusa va a Noto per poi risalire su, via Modica, Ragusa fino a Gela e oltre. Anche Palermo, certo, Trapani, Enna e Caltanissetta…
Prefazione di Franco La Cecla

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