Made in Italy, niente nuovi dazi da Trump

 

Niente nuovi dazi sui prodotti agroalimentari Made in Italy. Donald Trump “grazia” l’Italia e non estende gli aumenti tariffari anche a vino, olio e pasta. Restano, invece, i dazi aggiuntivi del 25% entrati in vigore lo scorso 18 ottobre 2019 che hanno colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone, ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.

La notizia è riportata da Coldiretti in occasione della pubblicazione della nuova lista allargata sui prodotti UE da colpire a seguito della disputa sugli aiuti al settore aereonautico. Le modifiche introdotte colpiscono maggiormente Francia e Germania, mentre risparmiano, oltre l’Italia, il Regno Unito (in negoziato bilaterale con gli Usa) e la Grecia, che è stata tolta dalla lista dei paesi colpiti da dazi sui formaggi.

Nell’ambito del sostegno UE ad Airbus, gli Usa sono stati, infatti, autorizzati dal WTO ad applicare sanzioni per un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari all’Unione Europea. Tuttavia, lo scorso 24 luglio, a seguito dell’annuncio del consorzio Airbus della revisione degli aiuti di Stato ricevuti (che rende i sostegni “pienamente conformi” alla sentenza del World Trade Organization), la stessa WTO ha invitato gli Stati Uniti a rimuovere immediatamente tali provvedimenti, a questo punto ingiustificati.

I nuovi dazi avrebbero colpito – spiega Coldiretti – 3 miliardi di euro di cibo Made in Italy, pari a 2/3 del totale in un momento reso già difficile dall’impatto della pandemia sul commercio globale. Tra l’altro gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 4,8% nei primi sei mesi del 2020, anche se a giugno le difficoltà causate dal coronavirus hanno fatto segnare una inversione di tendenza (-0,9%).

Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell’economia mondiale duramente colpita dall’emergenza coronavirus” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza della difesa di un settore strategico per l’Ue che sta pagando un conto elevatissimo per dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo. “L’Unione Europea ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione proprio all’inizio di agosto di sei anni fa ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al Made in Italy 1,2 miliardi ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa. Al danno peraltro si aggiunge la beffa poiché il nostro Paese – ha concluso il presidente della Coldiretti – si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna ed Gran Bretagna”.

fonte: Coldiretti

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