Classe 1941, britannico di Cambridge, Steven Spurrier si è spento il 9 marzo scorso a Bride Valley, la sua tenuta vinicola, nel Dorset, non distante dalla Manica (Gran Bretagna). È stato uno dei maggiori critici, pionieri, visionari e buyer del vino degli ultimi 50 anni. Lo hanno assistito sino alla fine la moglie Arabella, con i figli e i nipoti.
Editorialista di Decanter, ha iniziato la sua carriera nel ’64. Nei primi anni ’70 ha lavorato a Parigi acquisendo una sua attività, un’enoteca specializzata in vini francesi, la Cave de la Madeleine, e fondando l’Academie du Vin, la prima scuola indipendente di Parigi.
Tra gli episodi che lo hanno reso celebre, il “Judgment of Paris” del 1976, nel quale Spurrier inserì in una degustazione alla cieca, insieme ad alcune etichette californiane, alcuni celebri vini francesi. Clamorosamente, vinsero la competizione proprio due californiani mutando in maniera inarrestabile i mercati del vino nei 50 anni successivi. Un dettaglio che, nonostante la sua competenza e stima, i francesi non gli perdoneranno mai.
La sua visione del vino era chiara e luminosa. In una intervista rilasciata a Jancis Robinson – sua collega giornalista e amica di cui vi segnaliamo (sotto) due splendidi articoli – Spurrier disse (articolo):
Per me ci sono due elementi vitali del vino che non devono mai essere persi: il fatto che sia un oggetto culturale e il fatto che favorisca la convivialità. Il bicchiere di un 1908 che mi ispirò durante la vigilia di Natale del 1954 è il lato culturale, intellettuale, storico. Ed è infinitamente affascinante. (…) Mentre, la convivialità, così ben espressa nei bistrot e nelle trattorie dove i miei genitori mi portavano con mio fratello alla fine degli anni ’50, è altrettanto importante. Forse di più, perché il piacere di condividere un bicchiere di vino non dovrebbe mai venir meno, mentre i perché e i percome dell’esistenza potrebbero non essere ricordati
Tra le sue più grandi scommesse, Vinopolis, la città del vino londinese sotto gli archi della ferrovia di Bankside, tra la Tate Modern e il Borough Market, che purtroppo ebbe cattiva sorte chiudendo definitivamente nel 2015.
Presso il magazine Decanter, ha contribuito a fondare nel 2004 i Decanter World Wine Awards ed è stato presidente della giuria per più di 10 anni.
Dal 2011 è diventato produttore di spumanti con l’azienda Bride Valley Vineyard, a Litton Cheney nel Dorset.
Tra gli articoli più letti di sempre, la lista dei suoi 10 migliori Bordeaux.
https://www.decanter.com/wine-news/opinion/the-editors-blog/steven-spurrier-bordeaux-favourite-wines-372151
FP
fonti:
Steven Spurrier’s hopes and triumphs, di Jancis Robinson
https://www.jancisrobinson.com/articles/steven-spurriers-hopes-and-triumphs
Steven Spurrier (1941–2021), di Jancis Robinson
https://www.jancisrobinson.com/articles/steven-spurrier-1941-2021