Tracciabilità, qualità, innovazione, sostenibilità. Questi gli obiettivi per valorizzare al meglio il mondo del vino, in ogni suo aspetto. Poi, la tecnologia, come supporto e miglior controllo di ogni passaggio della filiera vitivinicola.
Tutti questi concetti sono stati sviluppati nel corso di Smartwine, evento tenutosi a Catania presso il Le Village by CA il 4 marzo scorso. Ad emergere è stata anche la Fondazione SOStain, promossa da Assovini Sicilia, con un fitto programma per la futura sostenibilità delle aziende vinicole.
Organizzato dal Dipartimento di Management Valter Cantino e DISAFA dell’Università di Torino, con la collaborazione di Le Village by CA e Image Line Agrodigital Hub, il convegno si è avvalso dei contributi di agronomi, imprenditori vinicoli, esperti del settore, analisti dati e manager.
Cristiano Spadoni della community Image Line, giornalista per AgroNotizie e membro dell’Accademia dei Georgofili, ha illustrato la finalità di Smartwine, la condivisione dei saperi, partendo dall’innovazione. Indispensabile avvicinare gli imprenditori agli accademici, spesso distanti dalle esigenze delle aziende.
La direttrice esecutiva e responsabile dell’innovazione di Le Village, Annarita D’Urso ha affermato come l’azienda (che vanta 44 sedi in Francia e 3 in Italia) voglia favorire le sopra citate finalità connettendo start up, ma anche le piccole e medie imprese innovative, con le grandi aziende corporate ed economia collegata.
Tutto questo senza dimenticare gli obiettivi di sostenibilità, sottolineati anche dalla Presidente dell’Ordine dei Dott. Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Catania Aurora Ursino. La stessa ha illustrato la necessità di trasformare la storicità delle tradizioni in sistemi innovativi di produzione in grado di fronteggiare i cambiamenti climatici.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Paola De Bernardi del Dipartimento di Management dell’Università di Torino e Stefano Massaglia del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) della stessa università. I due accademici hanno spiegato come il centro Nazionale per le Tecnologie dell’Agricoltura AGRITECH abbia per obiettivo il progresso, la validazione e l’implementazione delle tecnologie innovative per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari, sottolineando l’importanza dell’innovazione come supporto alla resistenza verso i cambiamenti climatici.
Punto, quest’ultimo sviluppato, anche attraverso il racconto di Filippo Buttafuoco sulle buone pratiche dell’azienda Settesoli, direttore agronomico. Giorgio Mannino, guida assieme al padre Giuseppe di Tenute Mannino li Plachi, ha posto l’accento sulla concreta possibilità che le piccole e medie aziende enoiche, come la sua, possano permettersi economicamente le nuove tecnologie funzionali alla sostenibilità. Gli intervenuti hanno affermato che, anche grazie al sostegno delle istituzioni, questo proposito è pienamente attuabile.
Con l’occasione abbiamo rivolto ad Aldo Carpitano, di Tenute Nicosia e membro del Comitato Operativo Fondazione SOStain alcune domande.
D. Come si coniugano qualità innovazione e sostenibilità nel mondo vino?
R. Nel mondo del vino, la qualità, l’innovazione e la sostenibilità sono tre elementi che, se sapientemente coniugati, possono portare a risultati straordinari. Oggi sempre più si cerca di ottenere vini che rispettino le caratteristiche uniche del nostro terroir dell’Etna, il suolo e il clima. L’innovazione dei prodotti si riflette anche nel packaging, come accade con le bottiglie più leggere per ridurre l’impatto ambientale. Similmente con l’utilizzo di cartoni 100% provenienti da carta riciclata o l’adozione di tappi alternativi come quelli in materiali eco-sostenibili. La sostenibilità, infine, è una priorità nel mondo del vino, non solo per la crescente attenzione dei consumatori verso la produzione responsabile, ma anche per la necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici. L’agricoltura è sostenibile attraverso l’utilizzo di tecniche di agricoltura biologica, biodinamica, o integrata, per ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici. In tutti i vigneti di Tenute Nicosia, infatti, rispettiamo rigidi protocolli e vietiamo il diserbo chimico. Poi, puntiamo sul risparmio energetico attraverso macchinari ad alta efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili. Infine, sono fondamentali anche le certificazioni che danno una garanzia concreta del loro impegno verso l’ambiente e che rendono l’azienda misurabile e trasparente agli occhi dei consumatori. Quando qualità, innovazione e sostenibilità si uniscono, si ottiene un circolo virtuoso che valorizza il prodotto, protegge l’ambiente e risponde alle esigenze dei consumatori moderni.
D. Come si inserisce SOStain in questo percorso?
R. SOStain è sempre più un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale, grazie ad un protocollo che garantisce di promuovere lo sviluppo etico e sostenibile nel settore vitivinicolo siciliano, accompagnando e indirizzando le cantine verso la misurazione costante e la riduzione dell’impatto che le pratiche agricole hanno sul territorio.
D. Come si riesce ad ottenere una filiera vitivinicola resiliente e rigenerativa?
R. Ottenere una filiera vitivinicola resiliente e rigenerativa è un obiettivo ambizioso che richiede un approccio olistico e integrato, che vada oltre la semplice sostenibilità. I cambiamenti climatici stanno influenzando significativamente la viticoltura, con fenomeni come l’aumento delle temperature e la scarsità d’acqua. Per rendere la filiera resiliente è fondamentale riorganizzare le pratiche agricole attraverso pratiche che migliorino la struttura del suolo e lo rendano più resistente agli eventi estremi, come piogge abbondanti o ondate di calore. La costruzione di una filiera resiliente e rigenerativa richiede l’impegno collettivo di tutti gli attori coinvolti, dai viticoltori ai distributori, fino ai consumatori. La formazione e la condivisione delle conoscenze sono essenziali per garantire che le pratiche siano comprese e adottate su larga scala. Spesso, durante gli eventi in cantina, cerchiamo di sensibilizzare il pubblico riguardo l’importanza della qualità ambientale, spingendo per una preferenza nei confronti di vini prodotti in modo sostenibile. Una filiera vitivinicola resiliente deve essere anche economicamente sostenibile. Creare modelli economici che supportano i produttori locali, garantendo un giusto compenso per il lavoro agricolo e promuovendo pratiche eque nella filiera, aiuta a mantenere una comunità vitivinicola solida e prospera. Inoltre, è importante migliorare la qualità della vita dei lavoratori attraverso condizioni di lavoro migliori e un impegno verso il benessere sociale.
D. Come pensa che le startup innovative possano aiutare e supportare lo sviluppo del mondo vitivinicolo?
R. Le startup innovative stanno svolgendo un ruolo importante, proponendo soluzioni tecnologiche e sostenibili che rispondono alle sfide contemporanee.
D. Come può il concetto di smart wine aiutare il mondo del vino? In che modo l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie possono supportare la produzione in funzione del rispetto ambientale, tenendo conto dei cambiamenti climatici?
R. Abbiamo visto oggi che il concetto di smart-wine si riferisce all’uso di tecnologie avanzate, tra cui l’intelligenza artificiale, i sensori intelligenti e l’analisi dei dati, per ottimizzare tutte le fasi della produzione vinicola, migliorando la qualità del vino e riducendo l’impatto ambientale. In un mondo in cui i cambiamenti climatici stanno influenzando la viticoltura, l’adozione di tecnologie smart può essere cruciale per adattarsi alle sfide e promuovere una produzione sostenibile. I sensori intelligenti per il monitoraggio del suolo, ad esempio, sono dei sensori posizionati nei vigneti che possono monitorare in tempo reale l’umidità del suolo, la temperatura e i livelli di nutrienti, permettendo agli agricoltori di applicare solo le risorse necessarie. Attraverso l’uso dei Big Data e dei modelli predittivi è possibile analizzare enormi quantità di dati provenienti da stazioni meteorologiche, sensori di campo e immagini satellitari. L’IA può poi prevedere eventi climatici estremi, come ondate di calore, gelate o piogge intense, permettendo ai viticoltori di prendere decisioni informate su quando e come proteggere le viti, riducendo così danni da eventi climatici avversi. I droni e i sensori a terra possono essere utilizzati per monitorare lo stato di salute delle piante, rilevando segni di malattie o carenze nutrizionali.
D. In quale modo Tenute Nicosia affronta il futuro prossimo dei mutamenti che avvengono nell’ambito vitivinicolo?
R. Noi di Tenute Nicosia stiamo cercando di adattare la nostra produzione rendendola sempre più sostenibile. Tramite droni mappiamo i vigneti per svolgere interventi mirati, come creare laghetti artificiali o recupare acque piovane. Dal punto di vista del packaging, tramite l’introduzione di bottiglie più leggere; in cantina, attraverso la graduale sostituzione di macchinari con quelli energeticamente più sostenibili.
Sono intervenuti anche: Francesco Civolani, Tecnico agronomo e analista dati; Valeria Moré, Communication manager di Agricolus Simone Kartsiotis, CEO di Agrobit; Sara Moggi, Professore associato di Economia Aziendale Università di Verona; alcuni rappresentanti di RINA, EZ Lab e organizzazioni agricole.
di Gianmaria Tesei