Assovini, l’associazione viticoltori siciliana che raccoglie 79 aziende del vino, sul prossimo Vinitaly vuol vederci chiaro. L’Istituto Regionale della Vite e dell’Olio (IRVO), l’ente regionale incaricato per la stipula del contratto con l’ente fiera di Verona, ormai da numerosi anni al padiglione 2, ha annunciato formalmente un incremento dei costi pari al 30 – 40%, rispetto all’anno precedente. Il totale di spesa fissato: 1.600.000 Euro.
Comprensibile lo stato di agitazione delle aziende vinicole le quali, facendo un rapido calcolo, intravedono un costo/Mq., per superficie e servizi, persino maggiore di quelli applicati direttamente dall’ente fieristico veronese.
Il sospetto di una difficoltà che va oltre la buona volontà dei funzionari dell’istituto è avvalorato dal fatto che l’ente ha sulla schiena un debito a sette cifre (la capacità di spesa è verificata e limitata da due organi di controllo), inoltre avrebbe già espresso ad alcuni organi stampa la mancanza di fondi per attività aggiuntive, appunto il Vinitaly.
Stando così le cose, l’attività promozionale fieristica sarebbe interamente a carico delle aziende e Irvo un “intermediario”. Nulla si dice degli eventuali spazi di rappresentanza dell’istituto e dei relativi costi promozionali.
Il 25 ottobre scorso, durante un incontro tra il direttore Irvo, Vincenzo Cusumano, e le aziende vitivinicole di Assovini avvenuto presso la sede di quest’ultima, i rappresentanti delle cantine hanno chiesto il dettaglio dei costi, suddivisi per spazi di superficie, allestimenti, fornitura bicchieri e altri servizi necessari, al fine di poter decidere se partecipare con diversa formula aggregativa o non partecipare per nulla. Dati che pare verranno forniti nei prossimi giorni e che senza i quali è prevedibile un passo indietro da parte di svariate cantine. L’ammontare della spesa di Irvo, tra l’altro, è prefissato. Il totale verrebbe ripartito sulle aziende partecipanti, le defezioni graveranno dunque sulle restanti.
Se i costi del Vinitaly sono per le aziende un capitolo assai dolente, per Assovini Sicilia analizzare criticamente la formula di partecipazione sembra un passo necessario e improrogabile.
Come se non bastasse, non aiuta l’inibizione a presentare nuove richieste di finanziamenti previsti dalla misura 3.2 del PSR Sicilia 2014-2020.