“Testo unico del vino”: il Senato approva all’unanimità, ma dovrà tornare alla Camera per una imprecisione sulle sanzioni. Con proposta per un testo anche sull’enoturismo.
La Commissione Giustizia di Palazzo Madama, notizia Ansa, ha quindi espresso un parere in cui si dice ok al testo, a patto però che “vengano riformulate tutte le previsioni contenute nei quattro periodi di cui al comma 7 dell’articolo 74, nel senso di prevedere per ciascuna delle fattispecie illecite ivi contenute, l’applicazione o della sanzione amministrativa o di quella penale”.
L’articolo in questione disciplina, infatti, le sanzioni per chi contraffà o altera contrassegni e codici di identificazione.
Una imprecisione nel testo dell’articolo, spiega Leana Pignedoli, vicepresidente della Commissione Agricoltura al Senato, che ha imposto di “emendare il testo per non incorrere nel rischio di incostituzionalità, e di rimandalo dunque alla Camera che dovrà approvarlo entro il 2016. Consideriamo questo un episodio che non inficia in alcun modo l’urgenza e la necessità di questo provvedimento”.
In particolare, si legge nel resoconto del Senato “sono stati approvati tre emendamenti dei relatori: all’articolo 2, riguardante l’ambito di applicazione, l’emendamento 2.100 inserisce il richiamo a un regolamento delegato e a un regolamento di esecuzione della Commissione europea, entrambi del 2016; all’articolo 7, riguardante la salvaguardia dei vigneti eroici o storici, l’emendamento 7.100 apporta una correzione formale; all’articolo 74, riguardante violazioni in materia di designazione e presentazione, l’emendamento 74.100 sostituisce il comma 7, prevedendo per le contraffazioni o alterazioni dei contrassegni, salvo che il fatto costituisca reato, la sanzione pecuniaria da 30.000 a 100.000 euro”.
Il senatore Roberto Formigoni: “abbiamo già un accordo. Il Senato ha approvato a tempo record il testo unico del vino. Abbiamo introdotto un emendamento per cui torna alla Camera per la terza e definitiva lettura. Dopo una lunga negoziazione la Camera in sede deliberante (o legislativa) il 28 novembre approverà il testo in Commissione agricoltura, grazie anche ad un’ampia partecipazione della commissione e di tutte le forze politiche”.
Quello che è certo è che serve “una veloce approvazione del Testo Unico sul vino che va a tagliare del 50% il tempo dedicato alla burocrazia, con 100 giornate di lavoro che oggi ogni impresa vitivinicola è costretta ad effettuare per soddisfare le 4.000 pagine di normativa che regolamentano un settore dove lavorano 1,3 milioni di persone, e che è il principale ostacolo al loro lavoro che ha consentito di realizzare un fatturato record di quasi 10 miliardi nel 2015, soprattutto grazie all’export che è stato di 5,4 miliardi e risulta in ulteriore aumento del 3% nei primi otto mesi del 2016.” ricorda la Coldiretti.
Il Senatore Dario Stefàno: “questo Testo Unico è la prima risposta che il legislatore dà a un comparto vivace, e che più volte aveva sollecitato un’iniziativa in tal senso. Molto bene esserci arrivati. Ora però serve un testo ad hoc per l’enoturismo che oggi, purtroppo, è il vero grande assente di questa partita ma che può alimentare nel lungo periodo i risultati da exploit che già si apprezzano. L’Italia detiene il record di esportazioni di vino, detiene anche il primato mondiale nella produzione di vino con 47,4 milioni di ettolitri e, accanto alla quantità, siamo in grado di garantire, come sempre, una straordinaria qualità con 73 Docg, 332 Doc e 118 Igt, che ci rende primi in Europa per numero di vini con indicazione geografica. Oggi, a 50 anni dalla approvazione del decreto che ha istituito la prima Doc, il settore può finalmente contare su un provvedimento che riordina la materia, atteso che la superfetazione normativa di questi anni, fatta di innumerevoli regolamenti affastellati, discipline nazionali e comunitarie, aveva finora intralciato profondamente la vitalità del comparto. Ma dico di più: apprezzeremo e conseguiremo il vero successo di questo testo unico se, con altrettanta tempestività, produrremo una normativa ad hoc per l’enoturismo, vera front-line nel rapporto tra produttori e fruitori del vino italiano. Basti pensare che, solo nel 2015, si sono registrati circa 13 milioni di arrivi nelle nostre cantine, con un fatturato di circa 2,5 miliardi, ed è sempre più ricercata la capacità di raccontare il vino, il wine-telling. Occorre costruire una filiera capace di raccontare il vino, dalla sua componente minerale a quella storica e culturale. Al mio sì a questo provvedimento – conclude Stefàno – associo un auspicio: l’impegno da parte del Governo a completare ora il percorso iniziato, al fine di permettere ai nostri straordinari operatori del settore di continuare a maturare successi sulla scia di due inscindibili strade: qualità autentica e quantità”. (fonte Winenews)