Bologna, 15 novembre. Apre oggi a Bologna FICO Eataly World, la “Fabbrica Italiana Contadina” di Oscar Farinetti. A poche ore dall’apertura è stata già definita Disneyworld o anche la Expo permanente del food italiano.
Il progetto bolognese di parco agroalimentare più grande al mondo nasce 5 anni fa e realizzarlo è costato 140 milioni di euro. Complessivamente è esteso 100.000 metri quadrati.
I numeri sono sorprendenti anche nel dettaglio: 20.000 mq. di “sola” fattoria, due ettari dedicati a campi, stalle con 200 animali, colture dimostrative e allevamenti didattici in cui verranno rappresentate le principali cultivar – ben 2.000 tra cui olivi, vite, orto, luppolo, canapa, piante aromatiche, agrumi, cereali – dell’agricoltura italiana e le principali razze.
Nel linguaggio della comunicazione c’è tutto il simbolismo utilizzato da Slow Food, si legge “una vera e propria arca che racchiude tutta la ricchezza del nostro Paese”. Oltre questo ci saranno 40 fabbriche contadine per vedere la produzione di carni, pesce, formaggi, pasta, olio, dolci, birra; 45 ristoranti, dagli stellati ai chioschi di street-food; sei “giostre” educative dedicate al fuoco, alla terra, al mare, agli animali, alla bottiglia e al futuro; 30 eventi e 50 corsi al giorno tra aule, teatro, e spazi didattici; centro congressi attrezzato modulabile da 50 a 1.000 persone; percorsi ciclabili e ferrovia di Trenitalia; campo di beach volley su sabbia; 9.000 mq. di mercato e botteghe dove acquistare cibo e design per la cucina; 700 le persone, soprattutto giovani, impiegati.
Una scelta coraggiosa che punta al rialzo incamerando i successi ottenuti da Eataly e con un occhio attento ad esperienze negative come Vinopolis di Londra, uno spazio dedicato al vino esteso 10.000 mq e chiuso nel 2015. Nel 1999 era costato tre miliardi di lire, una cifra che oggi considereremmo irrisoria.
Le inedite superfici di FICO rendono impossibile valutare il fattore “comodità spesa”, il lato commerciale e divulgativo domina ogni aspetto. Lo “show”, immagiamo, sarà determinante.
Le attese sono di 6 milioni di visitatori all’anno, numeri da far impallidire chiunque. L’altro aspetto interessante è l’impatto economico/ambientale sull’area periferica degradata del vecchio mercato ortofrutticolo di Bologna, area del valore di 50 milioni di euro donata in uso gratuito a Farinetti/Eataly: se FICO dovesse aver successo così come previsto, il nuovo business potrebbe cambiare in positivo la geografia di questa grande area cittadina. Nel mentre, è in realizzazione un hotel da 300 camere.
In queste ore si annunciano importanti collaborazioni soprattutto nel settore vino: oltre il già noto accordo con Trenitalia, nei prossimi mesi sarà definito con Merano Wine Festival e Vinitaly un programma di selezione di 30 giovani produttori (nati dopo il 1980) che, se vittoriosi, potranno entrare nell’assortimento-enoteca di FICO. La selezione avverrà grazie ai “Wine Hunter” su quei vini che al festival hanno ottenuto almeno 90/100 punti sul sistema Award. Di questo hanno dato notizia personalmente Helmuth Köcher, patron del Maerano Wine Festival, e Piero Bagnasco del consiglio di amministrazione di Fico Eataly World e amministratore delegato di Fontanafredda durante una conferenza stampa allo stesso festival.
Per l’inaugurazione di oggi sono attesi i ministri Dario Franceschini (Cultura e Turismo), Gian Luca Galletti (Ambiente), Maurizio Martina (Politiche agricole) e Giuliano Poletti (Lavoro).