Vigna Barbagalli della cantina Pietradolce è stata selezionata tra le 10 più belle vigne storiche italiane della guida Vini e Vignaioli 2025 del Corriere della Sera. Luciano Ferraro e James Suclinkg, i curatori, hanno anche indicato l’Etna Rosso Barbagalli 2020 come uno tra i migliori 100 vini italiani. Ben 130 anni l’età stimata, Barbagalli è un piccolo vigneto di Nerello di Mascalese a 900 metri di altitudine, racchiuso tra altri vecchi vigneti sempre di proprietà della famiglia Faro posizionati sul versante est dell’Etna.
Questo piccolo appezzamento testimonia un’epoca che già da oltre un secolo non esiste più, di quando le vigne erano a piede franco e la fillossera ancora non aveva stravolto la viticoltura siciliana. Ma la sua unicità mette in luce i concetti di resilienza e di biodiversità, oltre che di un rapporto equilibrato tra pianta e uomo; elementi, questi, fondamentali per dare una prospettiva alla vitivinicoltura moderna alle prese con crisi climatica e scarsità di risorse. Circa 2.000 le bottiglie prodotte ogni anno.
Tra i vini più celebrati d’Italia, Barbagalli è frutto di una selezionatissima vendemmia manuale. Riposa per 20 mesi in botti di rovere da 700 litri a tostatura leggera e grana fine e poi si affina per lunghi anni in bottiglia. La sua complessità aromatica è caratterizzata da una personalità tipica dei vini del vulcano, cui si aggiunge una straordinaria eleganza e personalità. Ciliegia, frutti rossi e spezie dolci sono affiancate da un’agile e imprevedibile componente minerale che ricorda la lava e la grafite. Al palato è solido ma elegante, con tannini setosi e un equilibrio armonioso tra acidità e alcol. Lungo e piacevole il finale.
Pietradolce
La storia di Pietradolce nasce circa vent’anni fa, quando la famiglia decide di salvare alcuni appezzamenti di vigne secolari a piede franco sulle pendici dell’Etna. La scelta di coltivare esclusivamente varietà autoctone quali Nerello Mascalese e Carricante, il mantenimento della forma di allevamento ad alberello, tipica del paesaggio etneo e la preservazione di viti pre-filosseriche sono tra i punti di forza in vigneto. La produzione sui 22 ettari di proprietà, tutti certificati biologico, è di sole 90.000 bottiglie divise tra bianchi, rossi e un rosato, e il 50% delle uve vengono da Solicchiata, che significa “Spicchio di Sole”, un territorio che racchiude le caratteristiche dei due versanti etnei, quello est, piovoso ma accarezzato dalle brezze marine del Mediterraneo, e quello nord, ottimale per le maturazioni di vini rossi di grande eleganza. I terreni sono di matrice franco-sabbiosa, che assicurano drenaggio e nello stesso tempo grande finezza aromatica. In vinificazione, cemento e legno riescono con il tempo a domare il carattere vulcanico dei mosti. Un capolavoro architettonico la cantina, che coniuga l’efficienza tecnologica, fondamentale per la produzione di vini di qualità, con l’integrazione paesaggistica. La struttura ipogea che sorge ai piedi del vulcano, sul versante nord, è costruita con materiali naturali come la roccia lavica, il ferro e il legno, ed è circondata da vigneti. La cantina è stata concepita come uno scrigno d’arte dove, nell’incedere all’interno dello stabilimento produttivo, il visitatore rimane incantato davanti alle opere di land art di Alfio Bonanno e gli artwork di Giorgio Vigna.
pietradolce.com
100 Vini & Vignaioli d’Italia 2025
di Luciano Ferraro e James Suckling
Corriere della Sera Ed.
Dal 26 ottobre, per due mesi, con Corriere della Sera torna in edicola I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia, firmata da Luciano Ferraro, vicedirettore del quotidiano di via Solferino, e da James Suckling, critico enologico tra i più noti e autorevoli al mondo e fondatore del sito JamesSuckling.com. Giunta all’11ª edizione, la guida è quest’anno dedicata a come i vignaioli stanno affrontando gli effetti del cambiamento climatico.
“Abbiamo davanti uno scenario agricolo diverso da quello del passato. È necessario usare pratiche antiche e nuove tecnologie per limitare i danni degli effetti del cambiamento climatico. – afferma Luciano Ferraro – Un tema fondamentale, di cui si parla ancora troppo poco. Per questo abbiamo voluto dedicare la guida 2025 a tutti quei vignaioli che hanno trovato nuove strade per contrastare il global warming salvando ancora una volta la qualità e la varietà del vino italiano”. E nella guida I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia 2025 il loro racconto sugli interventi nelle vigne, dal metodo di allevamento per garantire maggiore ombreggiatura alla scelta di terreni a quote sempre più elevate, è diventata un’importante e inedita inchiesta di come il Vigneto Italia sta affrontando l’innalzamento delle temperature.
Nella tradizionale scansione della guida, in due sezioni, dunque: il racconto dell’esperienza di cento vignaioli e la classifica dei cento migliori, stilata per il secondo anno consecutivo e con l’introduzione di nuovi criteri per il punteggio da James Suckling, che spiega: “Abbiamo selezionato i 100 migliori dopo aver degustato negli ultimi 12 mesi oltre 9.000 vini italiani e più di 50.000 vini a livello globale. Questa classifica presenta molti vini distintivi e affascinanti. Provenienti da diverse regioni italiane. Per tutti i gusti e per tutte le tasche”. Un’appendice dedicata ai dieci migliori vigneti italiani, per storia, resilienza e bellezza, firmata dal guru delle potature, Marco Simonit. L’intervento dell’editorialista di Corriere della Sera Federico Rampini, “Uno sguardo dall’America”, che racconta come il vino sia diventato “un’arma possente nell’arsenale del “soft power” italiano negli Stati Uniti”, dimostrata anche dall’importante crescita del turismo “wine-tasting” degli americani in Italia.