L’11 agosto Cantine Pupillo ha dato vita ad un’edizione particolare di Calici di Stelle. L’evento, che ha coinvolto in contrada Targia amanti del vino ed enoturisti, ha avuto la finalità di far riflettere sulle cause e conseguenze degli incendi che, soprattutto il 24 luglio scorso, hanno colpito tante realtà della vitivinicoltura siciliana, come la stessa Pupillo, distruggendo flora e fauna di varie zone della Sicilia, in qualche caso con esiti infausti.
La Balza delle Mura Dionigiane e il parco Archeologico che la delimita hanno rappresentato finora il solo grande polmone verde di Siracusa Nord, fatto di biodiversità, storia e natura di un territorio unico.
Le Mura Dionigiane, anche dette Mura di Dionisio, costituiscono una cinta muraria costruita dal tiranno Dionisio I di Siracusa tra il 402 a.C. e il 397 a.C. per creare fortificazioni a tutela e controllo del pianoro dell’Epipoli di Siracusa. L’antica città di Siracusa era abbracciata per ben 21 km dalle mura considerate le più estese del mondo classico, essendo sviluppate anche più di quelle Aureliane di Roma. Le Mura Dionigiane si ricongiungevano nel punto più elevato della zona presso il Castello Eurialo. Quattordici le torri presenti e, secondo Diodoro Siculo, furono impiegati oltre settantamila schiavi, con lo stesso Dioniso I che prese parte ai lavori.
Dopo varie vicende storiche e un lento inesorabile declino, fu Federico II a far rinascere questa realtà, affascinato dal bosco e da un ecosistema unico che si è sviluppato fino ai nostri giorni che è stato pesantemente intaccato dagli incendi di questo fine luglio 2023.
La passeggiata condotta al tramonto lungo la Balza ha reso evidente il danno di natura storica e naturale cagionato a questo territorio.
Nino e Carmela Pupillo, la figlia, hanno contribuito trent’anni fa al rilancio del Moscato Bianco di Siracusa, contribuendo a tutelare il paesaggio della zona. La stessa Carmela ha affermato in un accorato intervento: “Cosa è bruciato? Piante di oltre duecento anni e vitigni reliquia a ridosso delle Mura e sulle Mura stesse, un patrimonio comune inestimabile. Io non accetterò che si dica, soprattutto da parte della Politica, che è stato un evento imprevedibile e che nessuno poteva preventivarne le conseguenze. La Balza delle Mura ha bruciato ogni anno, lasciata all’incuria e al pascolo abusivo. Sono intervenuti la procura e le forze dell’ordine senza esito. Tutti i giorni la nostra cantina ha accompagnato turisti per mostrare la balza delle Mura, almeno sino al 2016. Quell’anno, infatti, fu incendiato un nostro agrumeto. Adesso non lo facciamo più (le mura sono un patrimonio del demanio), perché è uno scempio. I problemi per i produttori sono tanti: gli incendi, i pascoli abusivi, i mega-impianti fotovoltaici e il tentativo di togliere presidi ai territori”.
Frankie Terranova, direttore della Strada del Vino del Val di Noto, contraddistinta dalle tre DOC, Siracusa, Noto ed Eloro, unitamente all’IGT Avola, nonché presidente del Consorzio di Tutela delle tre DOC, ha asserito: “Questo luogo celebra la memoria del passato e l’avanguardia delle aziende del posto, compresa Pupillo. Qui trent’anni fa il mondo del vino stava quasi scomparendo. L’impegno di Carmela e di suo padre nel rilanciare il moscato e quello successivo delle altre aziende ha portato a guardare al futuro. Fondamentale la creazione di una propria fetta di mercato del vino e, al contempo, l’attivazione della tutela per il paesaggio al servizio della comunità. Le autorità devono essere più vicine. Il territorio deve essere un patrimonio condiviso, tramite una sensibilità civile comune”.
Fabio Morreale di Natura Sikula.it ha dichiarato: “Al di là del danno archeologico determinatosi con gli incendi e, indirettamente, di quello subito da Pupillo, c’è dell’altro. La striscia era un corridoio ecologico che consentiva una connessione della fauna tra la zona collinare e quella più a valle. La flora è andata in fumo. Forse buona parte si ricostituirà, ma occorrerà parecchio tempo. Ma la fauna non ha avuto il tempo di scappare. Ricci, donnole, lepri e conigli sono bruciati vivi. Questo anche a discapito della zona più a valle. Dai Monti Climiti non si potranno spostare facilmente gli animali di queste specie visto che l’habitat è stato completamente distrutto. È essenziale anche che il catasto degli incendi venga costantemente aggiornato in modo da comprendere le dinamiche e i soggetti coinvolti che spesso sono legati al mondo della pastorizia”.
Sergio Cilea, del FAI, ha ricordato: “A marzo 2022, durante le giornate del FAI, tanti siracusani hanno avuto modo di scoprire la scala greca, il bosco, il castello, la torre. Ma la vera forza del FAI sono i giovani che sostengono, con amore, la preservazione dell’ambiente. Se, però, è successo questo, vuol dire che le generazioni ora al potere hanno fallito”.
Peppe Tuttoilmondo, avvocato e membro di Legambiente Siracusa, ha affermato ulteriormente l’importanza del rendere comune un patrimonio che, di per sé già collettivo, va difeso con coraggio. Le autorità, comprese le province, non hanno pianificato sul territorio, a suo dire, come avrebbero dovuto, e che occorre una maggiore partecipazione di tutti.
Saro Cuda del MAI (Movimento Anti incendio Ibleo) ha spiegato il ruolo di questa associazione nata per la difesa di questo comprensorio. Trattasi di un gruppo organizzato per interventi diretti basati su un coordinamento. Non appena è segnalato un indizio di fuoco, si avvisano i membri del MAI assieme alle autorità per appurare il tutto e provvedere prontamente.
L’artista Peppe Di Mauro ha concluso la prima parte degli incontri e delle dichiarazioni cimentandosi con il tamburello e nella recitazione di una poesia in dialetto. È seguita la visita alla tenuta di Cantine Pupillo e alla degustazione. Tra i vini proposti, il Doc Siracusa Solacium 2022 (100% moscato bianco di Siracusa) un alfiere dell’enologia siciliana.
di Gianmaria Tesei