A Donnafugata si celebra il Floramundi, tra arte e vino con Carla Fracci.

 

Grande anteprima con Carla Fracci nelle cantine storiche di Marsala per il battesimo del nuovo vino dell’azienda siciliana, il Floramundi.

Sabato 2 dicembre a Marsala, tra le mura delle cantine di famiglia, grande festa con Carla Fracci e Beppe Menegatti. Un incontro emozionante per celebrare il nuovo nato a Donnafugata, il Floramundi.

Di fronte ad una platea di giornalisti, amici e collaboratori dell’azienda,  l’interprete di tanti ruoli diventati con lei leggendari, ha attraversato la sua vita d’artista e di donna, ricordandone i momenti più belli o insoliti e inusuali, senza retorica e con l’eleganza e la sobrietà diventate simbolo della persona Carla Fr IMG_2726 acci.

La più grande ballerina italiana di tutti i tempi ha sempre creduto nella sua missione di promozione dell’arte ovunque, dai grandi teatri del mondo, sino ai piccoli teatri di provincia. L’arte va condivisa perché continui a svolgere la sua funzione universale: rendere un po’ migliore l’esistenza delle persone, alleggerirne la gravità e lo spirito. Anche in questo troviamo una naturale familiarità con la dimensione del vino e della ricerca della felicità.

L'etichetta del Floramundi

L’etichetta del Floramundi

L’apice della serata è stato l’autografo con dedica di Carla Fracci posta su una grande bottiglia di Floramundi – il primo Cerasuolo di Vittoria  prodotto a Donnafugata  – con cui ha suggellato anche un’amicizia tra due donne e due mondi collimanti, lei e José Rallo, la danza e il vino. Se c’è un insegnamento da comprendere da questo incontro, intimo e avvincente, tra Arte & Vino , lo ritroviamo  nella comune necessità di non considerare mai raggiunto il vertice della perfezione. Una movimento di danza perfetto, il vino perfetto. Una spinta profonda che richiede ostinazione, impegno dedizione. Nulla può essere raggiunto senza questo intimo convincimento.  Un principio che vale sempre nella vita e che lega questi due mondi  – l’arte e il vino – in una visione più profonda e riflessiva che il semplice accostamento di immagine e richiamo espressivo.  Lo si è vissuto ieri sera, a Donnafugata,  con la densità di un calore e di un affetto che si deve ai grandi artisti, quelli davvero unici e irripetibili, quelli che entrano nell’eternità di una storia collettiva.

Particolarmente toccante il momento con cui la signora Fracci ha ringraziato, lodandoli per impegno e bravura, i ballerini del Experience Theatre Ballet che, durante l’incontro,  con due diverse coreografie ispirate al mondo dei fiori, hanno richiamato l’etichetta del vino. Nata dall’immaginazione di Stefano Vitale, con l’intreccio di fiori e frutti dai toni vellutati, esprime l’incontro tra due anime, quella sofisticata del Liberty floreale e quella suggestiva della tradizione dei Pupi siciliani. Un’etichetta d’autore che rende bene omaggio a Carla Fracci, la cui arte ed eleganza evocano la bellezza di tutti i fiori del mondo. L’esordio di un vino non poteva essere più felice.

 


 

Passo dopo passo, La Fracci racconta Carla.

Giselle, Giulietta, Cenerentola, Medea, Swanilda, Francesca da Rimini… sono più di duecento i personaggi interpretati da Carla Fracci, più di duecento i ruoli, le interpretazioni, le storie portate in scena con varietà estrema e sentimento esasperato, perché “il balletto ha un linguaggio più penetrante di quello teatrale, forse è proprio l’assenza della parola a renderlo tale”.

In un’autobiografia intima, Carla Fracci racconta l’infanzia trascorsa nella campagna lombarda e l’ingresso alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala, il Passo d’Addio delle allieve licenziande e i trionfi con l’American Ballet Theatre e sui palcoscenici più importanti del mondo: Los Angeles, Mosca, L’Avana, Tokyo, Londra.

Figlia di Luigi, tranviere, e Santina, operaia, lontana parente di Giuseppe Verdi grazie alla prima moglie del nonno, Carla confessa l’amore per la famiglia e l’onestà, per la danza, che ha voluto portare fino ai centri più piccoli, per la musica e l’armonia, “ciò che mi porta l’ispirazione, ancor più dell’ambiente”.

Acclamata dai più autorevoli critici di balletto e applaudita con calore da pubblici di ogni levatura, Carla Fracci è stata partner artistica dei più gloriosi danzatori del mondo: Erik Bruhn, Rudolf Nureyev, Michail Baryshnikov, Mario Pistoni e Paolo Bortoluzzi. E poi Margot Fonteyn, Gelsey Kirkland, Alicia Markova. Ha lavorato con coreografi come John Cranko, Maurice Béjart e Antony Tudor e la sua vita è sempre stata circondata da poeti, su tutti Eugenio Montale che le dedicò la lirica: La danzatrice stanca.

“È grazie a maestri tali se oggi, a più di settant’anni, non mi sento affatto stanca” dice Carla, e aggiunge che le rimane un solo grande desiderio: “che in Italia nasca una Compagnia nazionale di balletto, una Compagnia che possa girare il mondo con le nostre eccellenze senza alcun timore di dare possibilità importanti soprattutto ai giovani, che non devono sentirsi costretti a espatriare”.


 

 

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