22 November 2017, Brussels. Primo congresso di EFOW (vedi qui), la Federazione Europea dei Vini a Denominazione e Indicazione Geografica; è l’acronimo di European Federation of Origin Wines. I dati delle indicazioni geografiche vinicole illustrano due colossi, Italia e Francia e, insospettabilmente, la Grecia. Queste tre costituiscono da sole oltre i 2/3 di tutte le denominazioni vinicole d’Europa.
Sotto il testo originale tratto dal sito istituzionale di EFOW, il comunicato stampa di Federdoc (che ha anticipato l’evento) e una analisi di Winenews.it.
Il testo originale di EFOW:
At the first congress of the European Federation of Origin Wines, EFOW held in Brussels today, participants reflected on the performance of the European wine sector and in particular of Geographical Indication (GI) wines over the last decade. The well-timed debate aimed at contributing to the evaluation of the CAP measures applicable to the wine sector that was launched on 9 November by the European Commission. It provided a globally positive assessment of the EU wine policy instruments and considered the changes needed to reinforce the economic performance of the sector. ISMEA, the Italian Institute of Agricultural Markets, presented a study on the EU wine sector. It shows that the sector has been enjoying a period of continuous growth and created a strong added value. The study provides evidence that in comparison to other agricultural sectors, the EU wine sector – in particular GI wines – has performed better in recent years including during the economic crisis. This can be explained by a mix of quality and tradition represented by the terroir, the ongoing innovations of Europe’s wine-makers and targeted EU wine policies that offer a positive framework to grow. EFOW’s President, Mr. Bernard Farges, expressed his enthusiasm: “European GI wines are stronger than ever. We are united in our diversity and have great stories to tell. Overall, the EU wine sector – in particular GI wines – is in good health today. However, we must be vigilant as we have seen that recent and sometimes recurrent extreme weather events have badly affected some of our wine regions. Bearing this in mind, we need to continue to focus on quality wines and to improve our competitiveness to preserve our unique positioning on the market.” EFOW’s congress provided an excellent opportunity for a first exchange of views on how the CAP policy instruments applicable to the wine sector are performing and what changes are needed to help the sector overcome the challenges it is facing. French, Italian, Portuguese and Spanish GI wine producers raised questions relating to the production potential, the environment and the impact of climate change, the quality wine policy and the uncertainties with regard to trade. They underlined the importance of the EU’s legal, technical and political support.
“The discussion we had today with wine growers, wine lovers and decision-makers, shows that the EU wine policy plays a vital role in the development of our sector. We benefit from specific tools in the current CAP which have been instrumental to the positive evolution of the wine sector. They must be maintained and improved to allow for the success story to continue” concluded Bernard Farges.
Il Comunicato Stampa di Federdoc:
Dopo aver fondato Efow, uniamo ancora le forze con CNAOC per tutelare le IG e fare il punto sui risultati positivi raggiunti. Ricci Curbastro. Focus su etichettatura, ingredienti, allergeni, autorizzazioni di impianto, sostenibilità e lo standard Equalitas. In primo piano anche il Regolamento Omnibus con Paolo De Castro e Michel Dantin.
FEDERDOC E CNAOC A BRUXELLES PER LA PRIMA ASSEMBLEA GENERALE CONGIUNTA SUI VINI A INDICAZIONE GEOGRAFICA
Roma, 20 novembre 2017 – Federdoc e CNAOC si preparano a sbarcare a Bruxelles per la prima Assemblea Generale congiunta sui vini aIndicazione Geografica, che si svolgerà domani, 21 novembre, nell’ambito del Premier Congrès Européen des Vins d’Appellation. La federazione che riunisce i Consorzi di tutela delle denominazioni dei vini italiani assieme all’omologa francese, la Confédération nationale des producteurs des vins et eaux-de-vie de vin à appellations d’origine contrôlées, si riuniscono infatti per la prima volta insieme e nella capitale belga, per affrontare, in sede europea, i principali temi del settore che spaziano dall’etichettatura alle autorizzazioni di impianto, dagli ingredienti agli allergeni, alla sostenibilità. Un ambito di grande attualità, quest’ultimo, che fa da filo conduttore anche alla presentazione dello standard Equalitas (che certifica appunto come “sostenibili” le aziende, i prodotti, i territori”), prevista durante l’incontro, in programma presso l’Hôtel Renaissance (Rue du Parnasse 19). “Quello con la CNAOC – dichiara Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc – è un sodalizio che dura da tempo e che ci vede attivamente impegnati per garantire la tutela dei vini ad IG. Già dal 2003 abbiamo unito infatti le forze fondando Efow, la Federazione Europea dei Vini a Denominazione di Origine, e ora abbiamo deciso di organizzare questa assemblea con i nostri consiglieri proprio per ribadire l’attenzione verso questa importante materia che vede l’Italia la Francia, con le loro eccellenze, in prima linea”.
Nel corso dell’iniziativa, ci sarà spazio inoltre per la presentazione del Regolamento Omnibus, ovvero la rivisitazione della Pac 2014-2020 con un unico maxi-regolamento, a cura degli eurodeputati Paolo De Castro e Michel Dantin.
Programma Assemblea Generale congiunta CNAOC/Federdoc
21 novembre 2017 – ore 10.20/12.45
Presentazione delle Organizzazioni
Discussione sul sistema delle autorizzazioni di impianto
11.00-12.00: presentazione del Regolamento Omnibus con Paolo De Castro e Michel Dantin
Etichettatura delle bevande alcoliche: verso la fine dell’esenzione
Presentazione del progetto Equalitas
Un articolo con alcuni dati (fonte Winenews.it):
In Europa ci sono 1.582 vini DOP e IGP, 526 solo in Italia, mentre la Francia pesa per oltre il 50% del valore in totale. A dirlo l’analisi di Ismea per l’EFOW- european federation of origin wines. Il presidente Bernard Fages: “più forti che mai”
Anche se il grosso del mercato e della produzione, in Europa, la fanno un pugno di grandi denominazioni d’origine, nel complesso, i 28 Paesi membri (ancora incluso anche il Regno Unito) mettono insieme ben 1.582 vini dal indicazione geografica, di cui 1.144 Dop e 438 Igp. E come è facile immaginare, al vertice ci sono Italia con 526 e Francia con 432 (che da sole ne rappresentano quindi quasi i 2/3) mentre sul terzo gradino del podio non c’è l’altro gigante enoico europeo e mondiale, la Spagna, che ne conta 131, bensì la piccola (in termini produttivi) Grecia, che ne mette insieme 147. È la fotografia scattata da Ismea nel “Primo congresso europeo dei vini a indicazione geografica”, organizzato dall’Efow- European Federation of Origin Wines, nei giorni scorsi a Bruxelles. Un’analisi dalla quale si conferma come, “nei mercati del food and beverage il vino, nel complesso, rappresenta uno dei prodotti più globalizzati con dinamiche evolutive e di crescita che non trovano riscontro negli altri comparti, ma i vini a Indicazione Geografica comunitari evidenziano performance comunque superiori. Cresce la quota delle superficie vitate, dall’81,9% del 2012 all’83,2% del 2016, crescono i prezzi (+1% è la crescita media annua dei vini Dop e +4% quella vini Igp), l’incidenza dei vini a indicazione geografica passa dal 62% del 2012 al 63,4% del 2016, e se il valore della produzione ai prezzi di base del vino cresce con una media annua del 4%, il tasso dei vini a IG è del 5,3%; e l’export dei vini a denominazione fa registrare incrementi del 4,2% medio annuo.
Stringendo il focus sulle tendenze in atto in Italia e Francia, i due Paesi che guidano il comparto dei vini, il valore delle produzioni atte a divenire Dop e Igp tra il 2015 e il 2016 cresce in Italia (da 10,7 a 10,8 miliardi di euro) mentre in Francia scende da 25,2 a 24,7 miliardi. Nello stesso periodo, per quanto riguarda la ripartizione del valore del vino atto a divenire Ig nella Ue, cresce la quota nazionale italiana che passa dal 21,9% al 22,5%, mentre diminuisce quella francese, che resta però dominante passando dal 51,6% al 51,2%.
“I vini a denominazione europei sono più forti che mai. Siamo uniti nella nostra diversità – ha detto Bernard Fages, presidente Efow – e abbiamo grandi storie da raccontare. Nel complesso il settore vinicolo europeo – e i vini a denominazione in particolare – è in buona salute, oggi. Ad ogni modo, dobbiamo essere vigili , dato che abbiamo tutti avuto modo di vedere come eventi metereologici recenti, e in certi casi ricorrenti, hanno influito negativamente sulle nostre Regioni vitivinicole. Tenendo a mente questo, dobbiamo continuare a focalizzarci sui vini di qualità e sul miglioramento della nostra competitività per conservare il nostro posizionamento unico sul mercato. Il dialogo che abbiamo avuto con i coltivatori, gli enoappassionati e i portatori di interesse dimostra che la politica europea sul vino ha un ruolo vitale nello sviluppo del nostro settore. Traiamo beneficio da strumenti specifici all’interno dell’attuale Pac, che è stata fondamentale per l’evoluzione positiva del settore vinicolo. Devono essere mantenuti e migliorati affinché questa storia di successo continui”, ha concluso.