Con l’approvazione della Manovra in Senato l’ enoturismo conquista finalmente il suo primo storico quadro normativo dopo 25 anni di attività; come sottolinea tutta la filiera del vino, da Unione Italiana Vini al Movimento Turismo del Vino, dalle Città del Vino alla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi), in rappresentanza di un settore che oggi genera un indotto turistico di quasi 3 miliardi di euro l’anno (15 milioni di visite tra turisti e winelovers) e che da oggi potrà attuare un ulteriore cambio di marcia in favore dei territori rurali e del vigneto Italia.
Il testo, che introduce il capitolo “enoturismo” nella legge di Bilancio, prevede la possibilità di fatturare degustazioni, visite in cantina, pacchetti enoturistici e vendemmie esperienziali, equiparando la disciplina fiscale di queste pratiche a quella delle attività agrituristiche per gli imprenditori agricoli.
Per la filiera si tratta di una rampa di lancio, la più avanzata in Europa, fondamentale per il futuro dell’enoturismo, che andrà ora meglio definita attraverso le relative modalità attuative e con l’iter parlamentare del disegno di legge Dario Stefàno, che, oltre alle discipline già approvate, aggiungerà altri elementi importanti quali la certificazione e la formazione degli operatori enoturistici, la cartellonistica stradale, la creazione di un osservatorio sull’enoturismo.
“Le cantine che vorranno far conoscere e promuovere il vino nei luoghi e negli spazi di produzione, e raccontare la bellezza delle autoctonie, avranno accesso a semplificazioni, agevolazioni e ai benefici fiscali previsti per gli agriturismo. È un grande successo – spiega Dario Stéfano, capogruppo in Commissione Agricoltura di Palazzo Madama e promotore della legge – che dà dignità ad una particolare branca di un settore strategico che in Italia vale più di 2,5 miliardi di euro all’anno e che ora, con una norma specifica, è destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi. Si parlava da tempo di norme per l’enoturismo: oggi c’è una legge che è finalmente realtà. L’obiettivo – continua Stéfano – era disciplinare l’attività di centinaia di aziende italiane e valorizzare i territori di produzione che ospitano oltre 15 milioni di turisti e winelovers ogni anno. Per questo ho voluto cogliere l’opportunità della legge di bilancio intervenendo con lo sviluppo di un impianto normativo semplice che rappresenta un straordinario traguardo per il mondo enologico raggiunto anche grazie alla positiva interlocuzione con la struttura legislativa del Ministero delle Politiche Agricole e con lo stesso Ministro Martina e con i colleghi della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Abbiamo declinato compiutamente la straordinaria portata di una attività complementare a quella di produzione de vino, andando a riempire lo spazio lasciato vuoto lo scorso anno dal Testo Unico del Vino. Ora – conclude Stéfano – dobbiamo concentrarci sull’istruzione e sulla formazione per irrobustire la cultura del vino e diventare leader assoluti nel mondo. Nella prossima legislatura l’impegno è di estendere le norme all’olio extravergine”.
Per il presidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto Abbona, “abbiamo ottenuto il riconoscimento giuridico e normativo di un’attività strategica della vitivinicoltura italiana che ha dato e continuerà a dare grandi opportunità ai produttori e per lo sviluppo socio-economico dei territori. Confido anche che si possa costituire a breve un tavolo di lavoro che coinvolga tutti i soggetti in grado di dare un contributo costruttivo alla definizione dei decreti attuativi previsti dalla norma. Un particolare ringraziamento – conclude Abbona – va al senatore Stefàno, al ministro Martina ed allo staff del Ministero delle Politiche Agricole”.
“Che l’enoturismo sia un complesso di attività riconosciuto dalla legge italiana è un grande passo – aggiunge il presidente del Movimento Turismo del Vino, Carlo Pietrasanta.
Per la presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti, Matilde Poggi: “siamo molto soddisfatti di questa legge che riempie un vuoto normativo andando a regolare quello che noi, vignaioli indipendenti, facciamo da tempo, aprendo le porte delle nostre cantine a coloro che vogliono conoscere le nostre storie, visitare le nostre vigne e degustare i nostri vini”.
“Siamo soddisfatti per la nascita di una normativa che presenta molti pregi e che l’associazione ha sostenuto. L’enoturismo – dice Floriano Zambon, presidente delle Città del Vino – come patrimonio territoriale, qualità del servizio e accessibilità, permette infatti al comparto di coltivare una visione ampia e condivisa in termini economici, di occupazione, di capacità di restituire un’immagine positiva dei nostri territori. Ora l’auspicio è che si arrivi in tempi brevi alle norme attuative e quindi alle competenze specifiche, oltre ovviamente alla definizione delle capacità applicative. Non possiamo che ringraziare il convinto interessamento del senatore Dario Stefàno”.
fonte: Winenews.it