Etna, Marco Nicolosi Asmundo di Villagrande su Monte Arso e Monte Ilice

 

Se non avesse scelto di prendere in mano l’azienda di famiglia, Marco Nicolosi oggi sarebbe un fotoreporter in giro per il mondo con la sua macchina fotografica.
Senza aver abbandonato la passione per la fotografia, Marco con curiosità, voglia di nuove sfide, sceglie di prendere in mano l’azienda di famiglia Barone di Villagrande.
Laurea in enologia e viticoltura a Milano, raccoglie il testimone di dieci generazioni di viticultori sull’Etna che lo hanno preceduto e intraprende un nuovo corso portando Barone di Villagrande ad essere un’azienda vitivinicola con solide radici nel passato, ma proiettata nel futuro con spirito innovativo. “Non senza rotture direi fisiologiche“, commenta Marco Nicolosi, “necessarie quando si vuole cambiare ed innovare“.
A rappresentare il futuro di Barone di Villagrande oggi sono simbolicamente i due nuovi vigneti acquisiti di Monte Arso e Monte Ilice. “Un progetto tutto mio che ho fortemente voluto” – continua Marco Nicolosi – “e che rappresenta per me una straordinaria opportunità di comunicare il territorio, la sua storia, attraverso il vino“.

I vigneti di Monte Arso e Monte Ilice, il nuovo progetto di Marco Nicolosi che racconta il territorio
Pendii dolci, una leggera brezza accarezza i vigneti che nascono su un cratere estinto e trovano radici in un terreno lavico rosso frutto di numerose stratificazioni di cenere generate dall’eruzione del cono vulcanico. Durante il percorso, quattro ettari di bosco e sei di vigneto, è ancora visibile il pozzo da cui ai tempi veniva estratta la sabbia rossa per impastare l’intonaco delle case oltre che un vecchio palmento e diversi ruderi.  Siamo nel versante sud dell’Etna, nel comune di Nicolosi. Tra Marco Nicolosi e la magia di questi luoghi è stato subito un coup de foudre. Nelle vigne, che hanno un’età di circa sessant’anni, si coltiva maggiormente il Nerello Mascalese e c’è una buona quota di Carricante.

C’è un doppio legame tra la mia famiglia e questi luoghi: le marze originarie appartenevano proprio a Barone di Villagrande e la via in cui si trovano i terreni di Monte Arso. Via Alfredo Maria Mazzei è dedicata al famoso agronomo ed enologo di origine campana, amico di nonno Carmelo. Per me, questo è un segno inequivocabile” continua Marco Nicolosi.

L’altra scommessa si chiama Monte Ilice, nel comune di Trecastagni, versante sud-est. Poco più di un ettaro di vigneto con pendenza estrema, dove si coltiva maggiormente Nerello Mascalese e da dove lo scorso anno sono state utilizzate le uve rosse per il rosato 2022.

Il progetto per il 2024 è fare un vino di contrada, circa 3.000 bottiglie. Un vino che sia piena espressione di questi luoghi, che parli di questi terreni, di questo territorio. Monte Arso e Monte Ilice, due progetti che ho fortemente voluto, rappresentano per me il futuro di Barone di Villagrande e il futuro dell’Etna: sempre più vino-territorio, sempre più narrazione di contrade, territori, versanti. Il vino come ambasciatore di un territorio“.

Il futuro dell’Etna
L’Etna è un continente che non si esaurisce in un solo territorio, versante. La diversità dell’Etna è la chiave del suo successo. La mia famiglia è stata la prima ad intuire la straordinaria vocazione bianchista del versante di Milo. Io voglio continuare in questa direzione dopo aver investito in innovazione, ricerca, marketing, struttura commerciale, impianti- commenta Marco Nicolosi. Il futuro dell’Etna? Proteggere i territori e non espandere i confini, puntare sull’enoturismo diversificandolo- dal wine trekking alle varie esperienze in vigna e cantina. Gli investimenti stranieri se mantengono l’identità non sono da condannare. E’ importante parlare di Etna ricorrendo ad una narrazione che intrecci la storia delle contrade, del territorio, delle aziende, dei versanti”.

Il passato e il futuro di Barone di Villagrande
La storia di Barone di Villagrande è indissolubilmente legata alla storia dell’Etna e affonda le sue radici nell’era che ha preceduto la nascita del Regno d’Italia. Correva la fine del ‘600 quando gli antenati di Marco Nicolosi coltivavano gli attuali terreni. Due i momenti che sono entrati negli Annali della storia della famiglia Barone di Villagrande e nella storia dell’Etna: nel 1869, quando Paolo Nicolosi crea la nuova cantina di vinificazione e affinamento, la prima a separare la vinificazione per le uve bianche e rosse; nel 1968, quando Carlo Nicolosi Asmundo, padre di Marco, scrive il disciplinare della D.O.C. Etna, la prima Denominazione di Origine Controllata in Sicilia. Lo stesso Carlo Nicolosi, docente universitario, si occupa della zonazione dell’Etna individuando la vocazione dei vari versanti, tra i quali Milo, vocato alla produzione dei grandi bianchi dell’Etna. Nel 2027, Barone di Villagrande spegnerà 300 candeline. Un compleanno storico che l’azienda si prepara a festeggiare con una grande sorpresa: una nuova etichetta dal lungo affinamento che sarà il simbolo di questo traguardo storico.

di Liliana Rosano


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