Sambuca Città del Bio: dopo il prestigioso riconoscimento che ha visto il centro belicino incoronato lo scorso anno come il Borgo più bello d’Italia (nientedimenoche), quest’anno grazie alle virtuose politiche dell’amministrazione locale, assieme agli altrettanto virtuosi processi produttivi delle aziende del territorio, la città di Sambuca si è aggiudicata il marchio “Città del Bio”.
Questa associazione nazionale riunisce enti locali nel nome di politiche per la salvaguardia del territorio, protezione ambientale e metodi produttivi che “se anche non al 100% biologici” come ci spiega Davide Turchetto direttore di Città del Bio, “vadano verso uno stile il più naturale possibile, anche nella convinzione che biologico e qualità sia un binomio che premia”.
Ed è proprio così, come ci spiega Leonardo Ciaccio, sindaco di Sambuca: “L’intenzione della nostra amministrazione è quella di crescere nel marco del Bio, dando spazio a progetti virtuosi nel nome della tutela del territorio” racconta il primo cittadino, che il mese scorso ha ritirato a Catania un altro premio conferito dalla Regione Sicilia a questo Comune modello, per i risultati raggiunti in materia di racconta differenziata. “La città ha raggiunto l’86% sulla differenziata di qualità” conferma il sindaco. Un traguardo notevole che comporta ritorni anche economici per il Comune che, grazie a questo sistema virtuoso, risparmia i costi altissimi del trasporto e smaltimento in discarica, avendo così a disposizione fondi da reinvestire sul territorio.
Tolti i cassonetti, eliminati i sacchi neri: qui la differenziata si fa porta a porta con un operatore che passa a ritirare i rifiuti di casa in casa, secondo i giorni stabiliti dal calendario. “Il prossimo passo” spiega il sindaco “sarà quello di fornire alle famiglie delle compostiere domestiche in modo che ciascuna famiglia possa produrre in casa il proprio compost con la raccolta dell’umido”. Un traguardo che parrebbe impossibile se si pensa ad altre zone della Sicilia dove le strade di campagna vengono usate come discariche a cielo aperto, dimostrazione di inciviltà assoluta che indigna e rattrista (celebre e drammatico lo sfogo di Arianna Occhipinti, vedi il suo appello a ripulire il territorio lanciato dalla pagina Facebook attraverso l’hashtag #vittoriacittapulita).
“C’è molto interesse da parte delle aziende di questa zona sul discorso del Bio” spiega Ciaccio “questi importanti riconoscimenti sono solo il punto di arrivo di un percorso che va avanti da molti anni e che ha attirato alcune delle più importanti aziende vitivinicole della Sicilia a produrre nel territorio di Sambuca: Feudo Arancio, Di Giovanna, Donnafugata, Planeta, per fare qualche nome”.
La tutela dell’ambiente, metodi di produzione naturali, l’esclusione di prodotti chimici non ritornano soltanto in termini di valore economico – prodotti a marchio bio sempre più richiesti da mercati e consumatori; diminuzione significativa delle spese del Comune per lo smaltimento dei rifiuti: un territorio curato e protetto è un territorio più bello. Prendendosene cura, se ne preserva la bellezza, uno dei più grandi, preziosi patrimoni del nostro paese e della Sicilia in particolare.
“Nel Lago Arancio nidificano le cicogne!” ci racconta con entusiasmo Leonardo Ciaccio, sindaco di Sambuca.
Non è un bambino a parlare, stupito davanti al magnifico volo di questo uccello: parla un amministratore comunale. Aveva allora ragione Peppino Impastato quando dostoevskianamente sosteneva che la bellezza avrebbe salvato la Sicilia: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà […] È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
Lode dunque al Comune di Sambuca per le sue politiche di educazione, preservazione del patrimonio paesaggistico e ambientale che creano valore (economico, paesaggistico, culturale, ambientale, sociale). Un vero esempio per tante amministrazioni comunali dell’isola.