Imbris come Claire, l’Etna bianco superiore dei Custodi delle Vigne dell’Etna

 

Incalza come Claire Zachanassian e alla fine è impossibile evitarla. Vince sempre lei, impassibile, provocante, sarcastica, molto ingioiellata e seguita da un maggiordomo ultraottantenne, dal settimo marito in tenuta da pesca, due grassi eunuchi ciechi, due energumeni che masticano chewing gum, un ex-gangster di Manhattan condannato alla sedia elettrica a Sing-Sing. E da ottime motivazioni.

Il mio caos si chiama Etna Bianco Superiore “Imbris” 2019, la new entry de I Custodi delle Vigne dell’Etna. Dal latino – tutte le etichette di Custodi lo richiamano – temporale, pioggia, evoca particolari condizioni meteoriche di una vigna ad alberello estesa un ettaro e ubicata a 900 metri di altitudine in contrada Caselle, nel comune di Milo. Il vitigno utilizzato è, ça va sans dire, carricante. In purezza.

La vigna vive sfarzosamente su terreni di matrice vulcanica, ceneri, sabbie e lapilli. Ricchi di scheletro e permeabili, godono di microelementi eccezionali. Il risultato è una emozionante fusione tra il freddo della montagna e il fuoco del vulcano, quella stessa contraddizione che obbliga le piante di questo Cru a proiettare le radici in profondità a caccia di sfuggenti acque temporalesche.

Lo sforzo non è vano, il profilo aromatico è più compresso di tanti biscugini laterali (*) e di vario altro parentado. Osservante la lavorazione che si svolge in acciaio, vi rimane per 18 mesi. Successivamente, è imbottigliato e ozia per altri 24 mesi. Al naso esordisce con adorabili note floreali, cedro, spezie e una luminosa mineralità. Poi, chi ha pazienza, si troverà trasportato con il trascorre del tempo da refoli salmastri e marini. Mai fermo, torna avvitandosi in sentori di fiori di ginestra e sambuco. Al palato è vivace, astuto, felino. Chiude sornione, consapevole di aver regalato ai degustatori una notevole ricchezza e un cadavere. Da qualche parte.

di Francesco Pensovecchio


Nota. Il personaggio di Claire fa riferimento alla commedia drammatica “La visita della vecchia signora”, titolo originale Der Besuch der alten Dame, un dramma di Friedrich Dürrenmatt scritto nel 1955. L’azione si svolge in una cittadina immaginaria dal nome Güllen. La prima rappresentazione originale ebbe luogo allo Schauspielhaus di Zurigo il 29 gennaio 1956.

(*) citazione dal film Il secondo tragico Fantozzi: “Una triste mattina, la signora Pina e Mariangela partirono per recarsi alle esequie di un biscugino laterale di Pescara. Lasciarono Fantozzi solo, col suo dolore”.