In viaggio tra i filari, intervista a Gianfranco Cammarata

 

La passione per il vino non ha né limiti né confini: età, interessi, reddito, gusti, non importa. Tutti, per fortuna, possono avvicinarsi a uno stile di “bere consapevole”. La conoscenza dei luoghi e delle persone che lo producono sono determinanti per guidare un amore che, nella maggior parte dei casi, dura una vita. Di seguito, l’intervista a Gianfranco Cammarata, appassionato cultore del vino, nell’articolo di Salvatore Spatafora. Quello di Gianfranco non è un caso isolato da raccontare quale fenomeno, quanto invece un esempio, una strada da percorrere per conoscere un caso più unico che raro, lo straordinario mondo del vino siciliano. Provate anche voi, senza timori.
FP 


 

In questi giorni un colorato e divertente bus Volkswagen degli anni’70, modello T2, detto anche Bulli, si aggira per le strade della Sicilia. Impossibile non notarlo. Alla guida c’è Gianfranco Cammarata, appassionato di pezzi vintage e di vino con un passato nel mondo della ristorazione palermitana di qualità che ha saputo coniugare questi due interessi. La prima edizione del format “In viaggio tra i filari” nasce nel 2008 e prevedeva il giro della regione – isole minori comprese – a bordo di una vespa d’epoca. Sono poi seguite diverse repliche e nel 2017 entra in scena il mitico bus che nel 2018 ha ripercorso lo stesso tragitto intrapreso dieci anni prima, ovvero la Valle del Belice, in occasione del cinquantesimo anniversario del devastante terremoto del 1968.

A maggio è partita l’ultima edizione, con tre tappe: i Monti Sicani, a cui si è affiancata anche la sezione Cheese&Wine, le aziende del Consorzio Vini Doc Pantelleria e poi l’isola di Ustica. Nel mese di giugno toccherà invece agli associati delle Strade del Vino di Erice, Etna, Val di Noto e del Consorzio del Cerasuolo di Vittoria. Abbiamo incontrato Gianfranco Cammarata, in un momento di pausa, e gli abbiamo rivolto qualche domanda.

1) Come nasce l’idea di In viaggio tra i filari?
Quando gestivo un’enoteca a Palermo, decisi di voler raccontare ai miei clienti il magico mondo che si nascondeva dietro a ogni calice di vino. Per riuscire in questo obiettivo, dovevo necessariamente andare a conoscere di persona i diversi territori e chi li produceva. Inizia così, dalla mia grande passione per il vino, l’avventura di In viaggio tra i filari.

2) Cosa è cambiato nel tempo e cosa differenzia l’ultima edizione dalle precedenti
Sicuramente l’impatto dei social. Quando è nato In viaggio tra i filari (originariamente a bordo di una vespa d’epoca), Instagram e Facebook non erano ancora così popolari e di conseguenza non c’era stata la condivisione in tempo reale con il pubblico. Per quanto riguarda invece l’organizzazione, ho voluto coinvolgere un fotografo che potesse documentare ogni viaggio con scatti professionali, qualitativamente migliori rispetto a quelli fatti con il mio smartphone durante le primissime edizioni.

3) Come avviene la selezione delle cantine e della realtà visitate?
Raccontiamo un territorio attraverso il vino, dunque mi è sembrato naturale rivolgermi ai Consorzi e alle Strade del Vino, il cui obiettivo principale è proprio quello di promuovere un’area vinicola e i suoi associati. Quest’ultimi sono i protagonisti della mia narrazione, chiaramente insieme al bus.

4) Ecco parliamo un po’ del bus
Il vero protagonista di In viaggio tra i filari è il mitico Volskwagen Bulli, con questa livrea arancione e bianca molto appariscente. Non vi nascondo che la guida risulta essere impegnativa (ha più di 50 anni), fatica però ripagata dall’atmosfera che il bus riesce a creare intorno a sé. Piace a tutti, indistintamente: grandi e piccoli, uomini e donne. Quando camminiamo lungo le strade ci salutano affettuosamente. A pensarci, mette allegria solo a vederlo. E poi è un’icona, uno dei simboli di un periodo storico di spensieratezza e libertà.

5) Fino ad ora solo viaggi in Sicilia. Avete mai pensato, tu e Bulli, di varcare i confini dell’Isola?
In viaggio tra i filari unisce due soggetti, da un lato ci sono io con la mia grande passione per il vino e dall’altro c’è Bulli, un mezzo di trasporto atipico. E’ un progetto originale anche se in giro c’è chi ha pensato a qualcosa di simile ma noi, lo possiamo tranquillamente affermare, lo facciamo sicuramente in un modo differente. Detto ciò, il mio grande desiderio è senza dubbio quello di varcare lo Stretto e andare alla scoperta di altre regioni e contesti vinicoli. Devo comunque ammettere che la Sicilia non finisce mai di stupire con i suoi luoghi che cambiano di stagione in stagione, regalando ogni volta nuove emozioni.

6) Possiamo quindi anticipare qualcosa a chi ci legge?
Le idee sono tante, così come è tanta la voglia di visitare i grandi terroir del vino italiano, penso alle Langhe, alla Franciacorta e a un’altra isola come la Sardegna. Per quanto riguarda le novità, già quest’anno abbiamo affiancato al vino il mondo dei formaggi (Cheese&Wine). In futuro mi piacerebbe dedicare un’edizione al bike&wine dove il bus, in questo caso, diventerebbe un mezzo tecnico di supporto per il trasporto delle biciclette. E poi la cucina, vorrei scoprire un territorio attraverso i suoi prodotti gastronomici da preparare in una cucina da campo en plein air, con tutte le difficoltà che chiaramente questo comporta.

7) Il pubblico che vi segue potrà mai salire a bordo del bus?
Nel corso delle varie edizioni sono state tantissime le persone che ci hanno seguito e che ci hanno chiesto di potersi unire al viaggio. Al momento abbiamo un limite imposto dallo spazio disponibile, il bus infatti è omologato per tre persone. Oltre a me e al fotografo possiamo ospitare, di volta in volta, solo un altro passeggero. Nei tour passati si sono uniti a noi giornalisti e influencer, che hanno contribuito a dare voce e visibilità ai territori visitati. Stiamo però lavorando a un progetto ambizioso per far salire a bordo chi ci ha sempre seguito con tanto affetto e curiosità.

SS


 

 

 

 

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