La Sicilia è alla BIT Milano. Nell’area Leisure, infatti, trovano spazio Regioni ed enti locali italiani, presenti da nord a sud, con un’offerta variegata, per un viaggio virtuale attraverso la Penisola: tra le destinazioni spicca la Sicilia, che in questi anni ha saputo promuovere i propri territori all’estero e in Italia intercettando nuovi flussi incoming. Grande il maketplace allestito con 62 postazioni di lavoro a disposizione, occupate da 31 tra agenzie e tour operator, 29 strutture ricettive e 2 ristorative. I numeri raccolti sono più che lusinghieri:
Elvira Amata, Assessore regionale al Turismo, “i dati relativi ai primi dieci mesi dell’anno in corso, seppur provvisori, forniscono già elementi che concorrono a un clima di ottimismo e fanno intravedere buoni margini per un consuntivo migliore rispetto a quello degli anni più recenti. Il dato cumulato del periodo gennaio-ottobre del 2023 rileva, infatti, oltre 14 milioni 912 mila presenze complessive con un incremento del 7,0% rispetto allo stesso periodo del 2022”. Il dato è ancora più macroscopico se si guarda alla componente straniera che “ha raggiungo un +19,8% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2022 e ha di fatto trainato l’andamento dei flussi turistici nella nostra regione”.
Il quadro d’insieme è incoraggiante e restituisce dunque l’immagine di un comparto vivo, dinamico e in costante crescita. “In questa direzione – spiega sempre Amata – ci stiamo muovendo soprattutto per rafforzare e ad implementare la destagionalizzazione dei flussi e la diversificazione dell’offerta“. La proposta turistica siciliana sta puntando verso “un’offerta turistica il più possibile complementare ed integrata […], dal turismo delle radici, a quello sostenibile, al cineturismo, a quello esperienziale, lento, naturalistico, sportivo – giusto per citare alcuni esempi”.
Sette i siti riconosciuti come patrimonio Unesco tra i quali, la Valle dei Templi, il Barocco della Val di Noto, l’Itinerario Arabo-Normanno di Palermo Monreale e Cefalù e le Isole Eolie. Un numero che colloca la Sicilia tra i primissimi posti della graduatoria dei siti Unesco delle regioni italiane. Ulteriori eccellenze possono ricondursi all’inestimabile patrimonio culturale rappresentato dalla rete dei Teatri e delle Fondazioni lirico-sinfoniche.
Della stessa opinione Trend, il magazine dell’industria del turismo e media partner di Bit. Nel numero speciale fiera (1-4 febbraio 2024), nell’articolo “La Sicilia per tutte le stagioni” (leggi qui) commenta: “Il 2023 ha consacrato la Sicilia protagonista indiscussa del panorama turistico italiano, con un dato cumulato di arrivi nazionali e internazionali che ha raggiunto quota 15 milioni. Un risultato per il quale il ritorno della componente straniera ha giocato un ruolo determinante, portando la Regione ad essere eletta, per lo scorso anno, regina delle mete turistiche italiane (…)“.
Le Vie dei Tesori e i Borghi dei Tesori ritornano alla Bit di Milano
Dal 4 al 6 febbraio alla Borsa internazionale del Turismo si presentano i festival che ogni anno trasformano città e piccoli comuni siciliani in musei diffusi. Turismo “slow”, da assaporare con lentezza, alla ricerca delle proprie origini fatto di sensazioni, comunità, luoghi inediti alternativi ai soliti tour. Presenti 24 amministratori che raccontano i loro territori. In programma anche una degustazione legata alla memoria e alle radici. I luoghi da visitare sono migliaia, e spesso lontani dai circuiti tradizionali, legati a un angolo, un castello, un convento, una storia, un personaggio, una tradizione secolare. Ma tutto si condensa in un unico progetto: Le Vie dei Tesori e la sua costola, I Borghi dei Tesori, un progetto che parte dal patrimonio culturale della Sicilia per costruire un’offerta turistica fatta di scoperta, esperienze autentiche, relazioni con i “tesori” materiali e immateriali dell’Isola … (leggi qui).
Le Vie dei Tesori e I Borghi dei Tesori sono stati invitati a presentare il progetto nello spazio della Regione Siciliana.
Teatro Massimo
Dal 4 al 6 febbraio la Fondazione Teatro Massimo sarà presente alla BIT, la Borsa Internazionale del Turismo di Milano all’interno dello stand allestito dall’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana. Lunedì 5 febbraio alle 14:30 la conferenza stampa.
Simbolo culturale della città, il Teatro Massimo di Palermo, aperto 365 giorni all’anno, offre al pubblico una programmazione costante di opere, balletti e concerti e con le sue caratteristiche monumentali, la scalinata sontuosa, la classicità delle forme e dei colori, si conferma una delle eccellenze dell’offerta turistica siciliana e una delle mete preferite dai turisti che sempre più numerosi arrivano in Sicilia. Obiettivo: far conoscere agli operatori del settore le attività e i servizi offerti nel 2025. A cominciare dalle visite guidate, che nel 2023 hanno raggiunto il record assoluto di oltre 200.000 presenze e che, già disponibili in italiano, inglese, francese e spagnolo, dal prossimo anno lo saranno anche nella lingua dei segni per i non udenti e con audio-guide per i non vedenti. Gli spettacoli e i concerti, che nel 2023 hanno fatto registrare circa 320 recite, nella stagione 2025 offriranno alcune tra le opere più rappresentative dei valori della tradizione musicale italiana ed europea e i biglietti si potranno prenotare e acquistare su piattaforme internazionali di vendita come TicketOne, Music & Opera e Opera Guide con cui la Fondazione ha siglato recentemente degli accordi. Le sale del Teatro (Sala Grande, Sala ONU, Sala Pompeiana, Foyer, etc.) offrono ospitalità anche a eventi esterni per l’organizzazione di concerti, convention e spettacoli, migliorando sempre più la fruibilità degli spazi e il rapporto del Teatro con il territorio.
Il Food e la Ristorazione
La ristorazione è la principale fonte di attrazione per il turista, a prescindere dalla sua nazionalità. Secondo il rapporto 2023 sul turismo enogastronomico curato da Roberta Garibaldi e Food Travel Monitor (World Food Travel Association), tuttavia, emergono varie differenze nell’approccio all’esperienza tra italiani, statunitensi, francesi, britannici, canadesi, messicani e cinesi. Proprio Roberta Garibaldi, autrice del rapporto, afferma: “Oggi il turista ricerca autenticità ed innovazione, desidera sperimentare appieno l’enogastronomia del luogo visitato. L’alto interesse degli stranieri verso ristorazione – specialmente quella gourmet – è una grande opportunità per il nostro Paese, che può vantare eccellenze e riconoscibilità da Nord a Sud, soprattutto in un contesto di crescita dei flussi internazionali”. Una singolare contraddizione emerge dai numeri: l’Italia ha la percentuale più bassa di turisti che hanno provato, nell’ultimo biennio, un’esperienza gastronomica in un ristorante gourmet: lo ha fatto solo il 16% del campione intervistato, contro il 46% degli americani, il 42% dei francesi e il 35% dei britannici, ma anche il 41% dei cinesi e il 47% dei canadesi. Il dato più alto in assoluto riguarda però i messicani, che nel 49% dei casi hanno scelto l’esperienza gourmet. Se ne deduce, quindi, che la scelta sia andata su locali di cucina tradizionale e meno sofisticata.
Un’altra attrazione irresistibile per il turista italiano sembra essere quella del food festival, scelto dal 35% degli intervistati e anche in questo caso la percentuale tricolore è la più alta nel confronto internazionale: tra i francesi, per esempio, solo il 13% vi ha partecipato e anche tra i britannici la percentuale è nettamente inferiore (20%). Lo street food, invece, piace ma non sfonda tra gli italiani. L’esperienza gastronomica al food truck o in un chiosco-bancarella è stata scelta dal 29% degli intervistati contro il 44% dei nordamericani (Usa e Canada evidenziano la stessa percentuale) e il 45% dei messicani; ma anche cinesi (31%), britannici (41%) e francesi (34%) puntano sui cibi di strada più di quanto lo facciano i nostri connazionali. La visita ad un’azienda agricola è un’esperienza provata dal 28% degli italiani in vacanza. Il risultato è più alto della media ma non arriva al picco registrato tra i cinesi che, in questo caso, svettano nella graduatoria internazionale con il 40% delle risposte affermative, il doppio rispetto agli americani e dei canadesi (20%) e quasi il triplo rispetto ai britannici (14%). Infine, la partecipazione alle lezioni di cucina: pochi sono gli italiani che vi partecipano durante i loro viaggi in Italia e all’estero (6%). Valori bassi anche tra le altre nazionalità, con il picco minore tra i turisti Usa (8%) e massimo tra francesi e cinesi (12%). Fonte e approfondimenti: www.robertagaribaldi.it
FP