Un metodo classico, siciliano, non è cosa semplice. Chi sbircia abitualmente nella tana del bianconiglio ne conosce la profondità. Pertanto, non mi dilungherò sulle possibili scelte o le complicazioni che Alice, scusate, il viticoltore che ha raccolto la sfida è costretto ad affrontare (per vitigno, vigna, o vinificazione) e controllare lo sviluppo di tumultuosa vita all’interno di un contenitore la cui pressione media è circa 6 atmosfere.
Ciò che ha fatto Alessandro di Camporeale è selezionare una partita di catarratto extra lucido di uno dei loro migliori vigneti, nel dettaglio la parte più bassa e umida di Mandranova, vinificare in acciaio e spumantizzare il millesimo 2016 in Metodo Classico Extra Brut dosando con poco meno che niente. La permanenza sui lieviti è di almeno 36 mesi, la sboccatura pre-Covid19, a febbraio 2020.
Il risultato non è scontato e vola oltre gradevoli banalità di importanti etichette. Il catarratto si dimostra ancora una volta un vitigno versatile, pur restando diritto. Piuttosto, veste in maniera elegante e disinvolta questa bottiglia e, soprattutto, interpreta i suoi luoghi come pochi bianchi autoctoni sanno fare. Il colore, paglierino pallido con tenui riflessi verdi unito ad un perlage fitto e consistente, mette in luce una veste impeccabile. Al naso pizzica per carattere, mentre la personalità del vitigno prende il sopravvento con note vegetali, agrumate e di fiori bianchi. Sorprende ancor più il sorso, che avidamente ne chiama altri: la bolla è compatta, un turbinoso sciame fluttua rabbioso sulla lingua, mentre una tagliente freschezza snellisce un corpo già aggraziato.
L’epilogo è subitaneo, drammatico: in men che non si dica la bottiglia è vuota, inaridita da amici di insospettabile reputazione. Resta qualche dubbio, che ci auguriamo venga fugato con la generosità con la quale abbiamo ricevuto questo gradito campione. D’altra parte, ci sono solo 3.934 bottiglie e questa era la 770esima…
Scheda produttore: Alessandro di Camporeale
www.alessandrodicamporeale.it
FP
