Solo 999 bottiglie per il nuovo Doc Etna Rosso, Liolà Ullarallà 2017 il vino da collezione di Al-Cantara, l’etichetta nata dall’estro del vigneron letterario Pucci Giuffrida.
Dal versante nord del vulcano attivo più alto d’Europa, precisamente da Contrada Feudo Sant’Anastasia, nasce questo Nerello Mascalese che affina per 14 mesi in tonneaux di rovere francese e castagno del’Etna, una tecnica che riprende in parte l’antica tradizione etnea dell’uso del legno autoctono. Un chiaro richiamo a una delle opere più eclettiche di Pirandello, Liolà Ullaralà è anch’esso dotato di eclettismo.
Il vino si presenta con un colore rosso rubino luminoso, vivace. Il naso offre immediatamente la sua complessità: speziature decise di pepe nero e sentori minerali di scie di cenere vulcanica aprono la strada ad un fruttato a polpa rossa ben definito, chiude una nota di cuoio fresco che delinea una nascente evoluzione terziaria derivata dall’uso accurato (e ben calibrato) del legno.
In bocca la vendemmia 2017 ha una beva scorrevole, il palato è bilanciato e si distingue per freschezza e buona acidità, un tannino giovane e ruggente corrobora un sorso tagliente che ben si presta a una certa cucina strutturata, ad esempio con la proposta della chef Valentina Rasà: il tortello di pasta fresca ripieno di ricotta su crema di funghi shitake dell’etna e tocchetti di manzo brasato al vino.
Nella travagliata epoca covid, Pucci Giuffrida – insieme all’enologo Salvo Rizzuto – hanno dimostrato poliedricità e ottimismo tirando fuori altre due interpretazioni Nerello Mascalese declinato in spumante con l’etichetta Re Befè spumante extra brut metodo classico e in grappa con Rosa Fresca Aulentissima distillata con le bucce scartate dalla vinificazione.
L’azienda Al-Cantara è famosa per le etichette davvero uniche e coloratissime che nascono dalle mani dell’artista etnea Annachiara Di Pietro, per Liolà Ullaralà ogni etichetta è stata numerata e ritoccata a mano.