Il giardino è una rappresentazione del Paradiso. E’ una materia antica come l’umanità ed è acquisita trasversalmente sia dalle dottrine religiose monoteiste, che dalle altre. Tra i giardini più conosciuti del mondo antico, i giardini di Tolomeo ad Alessandria d’Egitto, ma anche la tradizione di Roma; i resti sono ancora oggi visibili, si pensi alla Villa Adriana a Tivoli.
Poi, nel medioevo, il Paradiso è nel chiostro, nella sua struttura reticolare a quattro quadrati con la fontana al centro, la contemplazione era il mezzo per fondere materia e spirito. Il giardino rinascimentale, simbolico quello “italiano”, l’ordine cosmico si realizza nel mondo fisico, nelle vedute, nell’acqua, nei profumi e nei disegni.
Oggi, il verde è la nuova frontiera, la nuova saggezza. Nel buio di un epocale abbrutimento tecnologico, dove il luogo abitato è stuprato, prima che dal cemento, da una condotta politica tracotante, nuovi e illuminati mecenati lanciano la sfida al degrado del corpo e dell’anima con un guanto verde.
L’Expo di Milano aveva proposto, seppure in maniera ambigua e marginale, alcuni esempi virtuosi, si ricordi il verde boschivo dell’Austria, l’orto francese, o la ragionevole visione arcaico-fiabesca di Slow Food. Ma qui è di più. Si tratta di rivedere gli spazi abitativi, urbani, sociali in favore dei giardini, recuperando paradisi perduti. Su questa scia si trovano il Garden Festival di Singapore, il Flower and Garden Show di Philadelphia, l’RHS Flower Show di Cardiff e il Festival Internazionale di Chaumont-sur-Loire in Francia. Ad esempio, Sulla Loira, ogni anno, una trentina di paesaggisti provenienti da tutto il mondo realizzano dei giardini dallo stile contemporaneo ispirati a un tema ben preciso. Il work-in-progress di sei mesi, l’arco di tempo dell’esposizione, culmina in autunno, quando l’opera si trova nel momento di massimo splendore. I visitatori passeggiano in un museo d’arte verde a cielo aperto e, di sera, l’illuminazione LED mette in risalto aspetti inediti.
Adesso toccherà alla Sicilia, un’opportunità più unica che rara, con il Radicepura Garden Festival 2017. Presso Piante Faro di Mario e Michele Faro, di Carruba di Riposto (CT), la nuova sfida porterà per la prima volta uno showcase internazionale del garden-design al centro del Mediterraneo. Obiettivi: costituire un hub tematico che unisca cittadini, turisti, tecnici e appassionati, sensibilizzandoli sulle problematiche del verde e sulla sostenibilità nelle grandi città. Ma anche, restituire il giusto valore all’aspetto culturale del verde, utilizzando vari linguaggi, dalla musica alle arti performative, fino ad esperimenti concettuali contemporanei.
Il coinvolgimento sarà a 360°, dalle principali istituzioni nazionali, ai giovani emergenti e artisti del paesaggismo e dell’architettura. Il tema sarà i giardini comunicanti, intesi come espressione di unione e di dinamismo tra le culture.
Saranno realizzati 10 giardini; 5 da famosi garden designer internazionali, chiamati ad interpretare il tema della Ia edizione del festival; e 5 giardini da giovani designer tramite un concorso call-for-ideas. I primi cinque, da 100 mq. saranno così assegnati:
- I giardini d’Oriente – riproduzione dei “Jardins d’Orient” dell’Istituto del Mondo Arabo di Parigi, con la supervisione del paesaggista francese Michel Péna;
- I giardini italiani – con la supervisione del paesaggista italiano Stefano Passerotti;
- I giardini della Riviera – con il paesaggista inglese James Basson;
- I giardini della Turchia – da definire
- posizione aperta (…)
Mentre il concorso Call-for-ideas per giovani designer avvierà l’iter competitivo a giugno 2016, qui i progetti vincitori saranno scelti da una giuria tecnica. Obiettivo del festival è, dunque, riassegnare il giusto valore all’aspetto culturale del verde, utilizzando vari linguaggi, dalla musica alle arti performative, fino ad esperimenti concettuali contemporanei.
Alcuni dettagli:
Institut du Monde Arabe
L’istituto del Mondo Arabo è un luogo di cultura unico nel suo genere, un vero e proprio ponte tra oriente e occidente. Una partnership tra Francia e ventidue paesi arabi: Algeria, Arabia saudita, Bahrain , Gibuti, Egitto , emirati arabi uniti , Iraq, Giordania , Kuwait, Libano , Libia, Marocco , Oman , Palestina , Qatar , Somalia, Sudan , Siria, Tunisia , Yemen e Comore. La sua missione è quella di far conoscere al pubblico il contributo del mondo arabo alla civiltà mondiale, e di promuovere il dialogo tra oriente e occidente.
Michel Péna
Architetto del paesaggio, diplomato alla scuola nazionale di paesaggio di Versailles nel 1983. Insieme alla moglie Christine fonda nel 1984 la propria agenzia, Péna paysages. Uno tra i progetti più rinomati è il Jardin Atlantique (Parigi, Montparnasse) realizzato nel 1994. Oggi si occupa di opere pubbliche e private in Francia e all’estero: giardini, parchi, piazze e riqualificazioni urbane. Riprodurrà gli effimeri giardini d’oriente esposti nel piazzale dell’ima a Parigi, che rappresentano il contributo e l’interpretazione del giardino arabo alla progettazione di una città contemporanea sostenibile.
Stefano Passerotti
Nasce a Firenze e si forma nella migliore tradizione orticola dell’area toscana. Spirito libero, passerotti è animato da una volontà di sperimentazione continua che lo conduce a farsi tramite dell’espressione della natura come elemento di equilibrio del ciclo vitale dell’uomo su questo pianeta. Il suo approccio anticonvenzionale al contesto botanico lo porta a trovare sempre nuovi metodi e nuove soluzioni, cosa che gli vale la definizione di giardiniere coraggioso. I suoi lavori rappresentano una vera e propria sfida, al limite delle possibilità con la natura, e nello stesso tempo esprimono un profondo sentimento di comunione e di armonia con la vita.
Apertura Festival
I giardini saranno visitabili da aprile ad ottobre 2017
Numeri
In base ad una prudente stima effettuata su manifestazioni analoghe (ad esempio, il Flower Show di Cardiff, analogo per densità urbane e flusso turistico), il Radicepura Garden Festival porterà allo show siciliano dai 15 ai 20.000 visitatori solo nella prima settimana.