Non drammatizziamo, è solo questione di corna. La biodinamica in sintesi

 

Molto viene detto sulla biodinamica e sui vini naturali. Non tutti però ne conoscono gli antefatti e le ragioni che ne conducono gli accesi dibattiti. Abbiamo pertanto deciso di affrontare il tema e condividere delle riflessioni. Marina Carrera ha condotto una ricerca online attingendo il materiale dalle fonti in calce all’articolo. Siamo aperti a qualunque dibattito in merito purché le argomentazioni siano supportate da fonti attendibili e verificabili.
FP


 

Scomodare Truffaut per parlare di Steiner? Succede anche questo. Accade perché il 20 maggio 2021 nella seduta n. 329 del Senato, veniva discusso il disegno di legge (988), ovvero: “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”. Il Senato approva. Fin qui nulla di strano, anzi, pare quasi un miracolo di Bio.

E invece no, scatta un’accesa polemica: una cosa MAI accaduta prima d’ora nel corso di una seduta, durante la quale la funzione da paciere è affidata al Vice Presidente del Senato Ignazio Benito Maria La Russa. Degli otto emendamenti discussi dai senatori, uno solo ha diviso l’aula del Senato, ovvero quello che assicura all’agricoltura biodinamica gli stessi trattamenti di favore che si riservano all’agricoltura biologica.

Ma cos’è l’agricoltura biodinamica?
La biodinamica è un ramo del biologico, a cui essa si rifà per approccio e metodi. La legge – opportunamente – lo riconosce. Nello specifico, è un insieme di pratiche pseudoscientifiche basate sulla visione spirituale antroposofica del mondo: l’universo viene inteso come un unicum, un sistema complesso che vede fra i suoi attori gli animali, gli uomini, le piante, i minerali, e le forze celesti. Ogni elemento dunque influenza l’altro e ogni cosa è interconnessa. Il suo padre fondatore è l’austriaco Rudolf Steiner (1861-1925).

Secondo la Biblioteca Digitale Tedesca (Deutsche Digitale Bibliothek), Steiner fu un antroposofo, esoterista, pedagogo, architetto, agronomo, sociologo, massone, scultore, pittore, teosofo, musicologo, librettista e chiaroveggente. Un uomo variegato al naturale per il quale, vi confesso, provo un pizzico di invidia. Mia madre mi diceva sempre: “Decidi di fare una cosa: fanne una, ma falla bene!”. È chiaro che sua madre avesse delle vedute molto più larghe della mia e che lasciasse al di lei figlio l’opportunità di esprimersi in ogni forma di inventiva immaginabile (che poi è uno dei precetti dell’educazione steineriana).

Rudolf era inoltre un convinto salutista, ripugnava la nicotina e dell’alcol diceva: “L’azione dell’alcool sull’anima genera debolezza, mal di testa e stati di alterazione. Forme di pazzia legate al bere: il delirium tremens. Con l’alcolismo, nel tempo, il midollo spinale si indebolisce e di conseguenza anche il sangue ne viene gradualmente danneggiato”. Da queste premesse, è evidente che l’istituzione dei vini biodinamici avrebbe fatto la sua felicità.

Tornando ai giorni nostri, la comunità scientifica, nella persona della senatrice a vita Elena Cattaneo (dalle posizioni fortemente discutibili), si schiera contro l’agricoltura biodinamica definendola figlia di “pratiche stregonesche”, declassandola così ad una sorta di santeria dell’aratro. Il perché di tanto accanimento è presto detto e affonda le sue radici nelle bizzarre formule agrarie di Steiner.

Lezione n. 6
“Catturate un topo abbastanza giovane e spellatelo in modo da recuperare la pelle. Ora avete la pelle (ci sono sempre abbastanza topi, ma devono essere topi di campo se volete fare questo esperimento). La pelle del topo però deve essere ottenuta quando Venere è nel segno dello Scorpione. Bruciate la pelle. Raccogliete attentamente le ceneri e gli altri resti della combustione. Non sarà rimasto molto, ma se avete abbastanza topi è sufficiente. Prendete la cenere e spargetela su tutto il vostro campo. In alcune zone può essere difficile: potete farlo anche omeopaticamente, non ne avete bisogno di molto”.
La storia si ripete con gli insetti, apportando alcune varianti: “È necessario eseguire questa operazione quando il Sole è nel segno del Toro. Il mondo degli insetti è collegato alle forze che si sviluppano quando il Sole passa attraverso l’Acquario, i Pesci, l’Ariete, i Gemelli e il Cancro.”

Preparato n. 502
Involucro: vescica di cervo maschio.
Contenuto: Fiori di Achillea millefolium freschi o secchi, in piena fioritura, raccolti in una giornata di pieno sole.
Procedura: Riempire la vescica esiccata di fiori e chiuderla strettamente. Appendere la vescica al sole nella prima metà dell’estate (S.Giovanni), se necessario proteggendola dagli uccelli con una rete. Sotterrarla nel terreno all’inizio dell’autunno e dissotterrarla tra Pasqua e al massimo la fine di Aprile.

Preparato n.505
Involucro: Cranio di un animale domestico.
Contenuto: Corteccia di quercia finemente tritata, appartenente ad una pianta della specie Quercus Robur, estratta dal tronco con una pialla all’inizio dell’autunno.
Procedura: Si riempie il cranio con polvere di corteccia di quercia attraverso il foramen magnum (il foro alla base del cranio attraverso il quale entra il midollo spinale) pressandola per bene e si chiude il foro con un frammento di osso tenuto in posizione con la creta. Si pone il tutto in un fusto pieno di acqua piovana o sul bordo di uno stagno, in presenza di materiale vegetale in decomposizione e in un corso d’acqua all’inizio dell’autunno. In primavera si estrae il contenuto e viene seccato.

Preparato n. 506
Involucro: Mesentere di vacca.
Contenuto: Fiori di tarassaco nella prima fase di fioritura, raccolti in una giornata soleggiata di primavera.
Procedura: Inumidire i fiori secchi in autunno con un infuso di tarassaco, avvolgere nel mesentere di un bovino e legare con un laccio. Sotterrare in autunno e dissotterrare in primavera.

Ma le vere protagoniste sono loro, le corna, impiegate nei preparati n. 500 e 501.

Preparato Cornoletame n. 500
Involucro: Corno di vacca che abbia figliato almeno una volta.
Contenuto: Letame di vacca, preferibilmente di animali che abbiano accesso al pascolo.
Procedura: Il corno viene riempito con letame fresco all’inizio dell’autunno e sotterrato fino a primavera in un’area verde di un campo o di un orto. In contenuto viene prelevato dal corno e conservato in un luogo fresco in un contenitore circondato da torba.

Preparato Cornosilice n. 501
Involucro: Corno di vacca che abbia figliato almeno una volta.
Contenuto: Quarzo finemente triturato.
Procedura: dopo Pasqua, il quarzo viene frantumato fino ad ottenere una polvere finissima, mescolato con acqua piovana fino a formare un impasto e viene inserito nelle corna. Dopo parecchi giorni, l’acqua in eccesso può essere drenata. Le corna vengono messe sotto terra fino a tarda estate. Alla fine di settembre o all’inizio di ottobre, si recuperano le corna e il contenuto viene estratto e conservato in un barattolo di vetro in un luogo soleggiato. Le corna, dopo essere state svuotate, possono essere riutilizzate se conservate in una stalla durante l’inutilizzo.

Per quanto queste tecniche possano suscitare ilarità nell’uomo della strada (figuriamoci ad uno scienziato), è bene non perdere di vista il periodo storico nel quale esse sono state concepite.
A tal proposito Steiner mise le mani avanti, sostenendo: “Al fine di evitare possibili equivoci, va detto che la percezione spirituale non è infallibile. Questa percezione può anche sbagliare e vedere le cose in modo inesatto, obliquo, distorto.”

Ora, posto che il mio gatto potrebbe sollevare decise obiezioni sull’etica del preparato n. 505, ci si chiede fino a che punto sia eco-friendly e cruelty-free l’agricoltura biodinamica, perché nessuno ci spiega, o almeno la Demeter non lo fa, quando e come le suddette bestie debbano essere immolate per il benessere dei campi. Demeter dice: “La base ideale per creare un’unità biodinamica è l’azienda agricola con un allevamento di bestiame. Gli animali costituiscono infatti un elemento importante di questo organismo, fornendo prezioso fertilizzante, da usare dopo il compostaggio per incrementare la vitalità del terreno. Il profondo legame con la natura e il completo rispetto dei suoi ritmi portano, con l’agricoltura biodinamica, ad abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici, e a gestire il terreno seguendo i cicli in cui la natura è immersa”.
L’abolizione dei minerali sintetici e dei pesticidi chimici è encomiabile perché, si sa ed è scientificamente provato, gli allevamenti e le coltivazioni intensive hanno causato (e causano) neoplasie, intolleranze, allergie e restano una delle principali minacce per la diffusione di epidemie e pandemie.

Ma cos’è Demeter?
demeterÈ la multinazionale più grande al mondo che si occupa di certificare le aziende che decidono di produrre seguendo la filosofia biodinamica. È presente nel mercato con i suoi enti di certificazione in ben 78 stati coordinati dalla Demeter International, la federazione con sede in Germania (Darmstadt) nata nel 1997 allo scopo di garantire una stretta cooperazione nei settori legali, economici ed etici.
Negli Stati Uniti, in Europa e in altri paesi al mondo il nome Biodynamic® è un marchio registrato a Ginevra (proprio come la Coca Cola o il grano Kamut) ed è possibile utilizzarlo – a suon di royalties – esclusivamente per la commercializzazione dei prodotti a certificazione Demeter, che possiede i diritti del marchio.
La curiosità. Pare che in Europa il brevetto della parola “Biodinamica®” sia detenuto da Edilson Sanches Calvo, con entità fisica in Portogallo (per gli aspetti brevettuali) ma proprietario – nonché presidente – di una società brasiliana: Biodinamica Química e Farmaceutica Ltda, leader nella produzione di protesi dentarie e impianti ortodontici.
È lampante che gli interessi siano plurimi.

Ciò premesso, ci si auspica che, biodinamica o meno, la legge 988 veda la sua approvazione anche alla Camera. Come spiega il professor Paolo Bàrberi, docente di Agronomia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa:

Il biologico ha dei plus innegabili dal punto di vista ambientale, della qualità dei prodotti, della salute umana e animale. Ma anche dal punto di vista delle opportunità economiche, ad esempio per il rilancio dei territori cosiddetti marginali. Non dimentichiamoci che il nostro Paese ha il 75% del suo territorio in aree collinose e montuose, e per queste il biologico è perfetto, come dicono i rapporti della Commissione Europea. Regioni come la Toscana hanno il 30% dei terreni agricoli abbandonati, vuoi per la mancanza di ricambio generazionale, vuoi perché il sistema agroalimentare convenzionale non dà sufficiente reddito e opportunità agli agricoltori. I rapporti europei dimostrano che il biologico coinvolge un maggior numero di giovani e donne, crea opportunità imprenditoriali e valore aggiunto ed è quindi il migliore antidoto all’abbandono dei territori, tanto meglio se organizzati in bio-distretti, un altro sistema di rilancio territoriale che viene valorizzato dalla legge. Nella nostra esperienza degli ultimi anni, i territori che sono stati rivalutati lo debbono principalmente allo sviluppo del biologico. Solo con il bio possiamo sperare di ringiovanire l’agricoltura, renderla attrattiva per i giovani e per le donne, risolvendo così almeno in parte questioni di gap di genere e di disoccupazione giovanile. L’agroecologia funziona perché è in grado di adattarsi alle realtà locali e trovare soluzioni adatte a qualsiasi contesto. In questo, l’approccio è opposto a quello dell’agricoltura convenzionale industrializzata, dove si pretende di offrire soluzioni tecniche standardizzate valide universalmente. L’agroecologia funziona perché si basa sulla diversificazione dei sistemi. Nello scorso novembre è apparsa sulla prestigiosa rivista Science un articolo (una meta-analisi di secondo livello, quanto di più solido conosciamo in termini di evidenza scientifica) in cui si confrontava la produzione e la fornitura di diversi servizi ecosistemici tra agricoltura convenzionale e diversificata, con riferimento a sistemi di colture erbacee di pieno campo. In altre parole, la ricerca si è concentrata non solo su quanta produzione agricola deriva dai due tipi di agricoltura, ma anche sulle differenze in termini di impollinazione, fertilità del suolo, controllo biologico degli insetti dannosi, e altri servizi ecosistemici. Ne è emerso che nel 63% dei casi i sistemi diversificati – tra cui l’agricoltura biologica – riescono contemporaneamente ad aumentare la produzione e migliorare la fornitura di più servizi ecosistemici rispetto ai corrispondenti sistemi convenzionali. Un risultato che ribalta tutte le vecchie convinzioni. I sistemi agroecologici diversificati provocano una riduzione delle malattie e dei problemi parassitari sia nelle colture che negli allevamenti: la diversità è molto importante per la loro prevenzione. Oggi si parla spessissimo di agricoltura di precisione, ma negli agroecosistemi realmente sostenibili la vera agricoltura di precisione si fa con tecniche agroecologiche basate sulla diversificazione e adattate all’ambiente”.

In conclusione, Orazio diceva che la via di mezzo è lastricata d’oro, ma pochissimi sembrano intenzionati a percorrerla. Se fossimo costretti a scegliere fra biodinamica e agricoltura intensiva, senza dubbio sceglierei le corna, malgrado le masse mostrino troppo spesso un’estrema facilità a credere e molto meno a pensare.

di Marina Carrera

Fonti
http://wn.rsarchive.org/Books/GA011/CM/GA011_index.html
https://www.rsarchive.org/Lectures/index.php
https://wn.rsarchive.org/Lectures/GA327/English/BDA1958/19240614p01.html
http://wn.rsarchive.org/Lectures/Agri1958/19240616p01.html
http://wn.rsarchive.org/Lectures/ConEle_index.html
https://www.rudolfsteiner.it/shop/libri/conferenze-per-gli-operai-del-goetheanum/alcool-e-nicotina/
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/360849.pdf
https://demeter.it/biodinamica/i-sei-preparati-con-piante-officinali/
https://euipo.europa.eu/eSearch/#details/trademarks/006292924 
https://www.cambialaterra.it/2021/05/la-legge-sul-bio-fa-bene-allitalia-gli-attacchi-sono-pretestuosi/?fbclid=IwAR3RU7-Q8y_Y1lg0IfzyQnvKM-EswrczVuDLo7LYyMaWXxp-bWmDvYkjr0k
https://dentistchannel.online/dental-directory/3998/biodinamica-quimica-e-farmaceutica-ltda 
https://www.huffingtonpost.it/entry/altro-che-green-deal-ci-vogliono-riportare-allagricoltura-chimica-intensiva_it_5f194168c5b6296fbf3dd0d3

Scritto da