Radicepura Garden Festival 2021, come acqua per una Sicilia assetata

 

Qui c’è posto per il Mondo, non per gli erranti isolati che vogliono star soli. Emilio Isgrò.

 

Non esistono tanti altri luoghi, oltre alla fondazione Radicepura della famiglia Faro a Giarre, in cui si può con certezza dire di aver riconosciuto, in mezzo a scorci verdi, frammenti di vulcano e volti accesi di stupore, un sentimento di fusione panica con la natura; la genesi dell’uomo come costola del paesaggio da cui prende forma e le piante come organi espressivi di una bellezza che abbiamo dentro, ma che spesso rigettati, cerchiamo di addomesticare o di grattare via dalla pelle.

François Abélanet: Anamorphose

Il 27 giugno, nel bel mezzo di un’estate di rinascita, ha inaugurato la terza edizione del Garden Festival, una biennale che parla di “Giardini per il futuro”, di spazi della natura come dell’uomo. Da 500 idee da 24 paesi nel mondo sono stati selezionati dalla giuria di “Call for ideas” 7 nuovi progetti di garden design, realizzati tra le oltre 800 specie e 5.000 varietà di piante dei Vivai Faro.

Il parco è un microcosmo che abbraccia 15 giardini, inclusi quelli realizzati in precedenza da James Basson, Michel Péna, Antonio Perazzi (direttore creativo fino al 2025) e Andy Sturgeon, installazioni di François Abélanet, Giò Forma e Studio Coloco, opere di Emilio Isgrò, Alfio Bonanno e Federico Baronello. Madrina della Biennale insieme a Sarah Eberle è anche Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, grande gallerista, la cui fondazione è casa accogliente dell’arte contemporanea.

L’economia è cultura, e la cultura è economia” racconta Emilio Isgrò, in un discorso di apertura al festival che è un inno al sentire, al guardare la Sicilia negli occhi, e un invito all’integrazione, sempre più vitale, dell’arte nella società.
Nel suo gruppo scultoreo “Il sogno di Empedocle”, che è inizio e fine del percorso del parco, è racchiuso il sogno di una Sicilia consapevole della propria cultura, in cui la forza della distruzione delle eruzioni dell’Etna infonde energia tutto intorno, inglobando il paesaggio e creandone di nuovi. Su un immenso piatto di pietra, il sandalo bronzeo di Empedocle, uno dei padri del pensiero filosofico e scientifico, insieme tre semi di limone in pietra lavica, sputati sul piatto. Di lui non rimane che il calzare, dopo essere stato inghiottito dal cratere dell’Etna, e alcune schegge, disperse nel grande giardino di limoni, come pezzi di membra della Montagna.

Emilio Isgrò, il Sogno di Empedocle

“Il piatto di portata” diventa un “memento vitae” in cui si susseguono i mesi, le stagioni, vita e morte in un pensiero circolare che non esclude la distruzione creativa della natura, in un flusso necessario e salvifico che ci mantiene ancorati alla cultura e alla storia. Sul piatto oltre ad alcune scritte miste in italiano, inglese e siciliano (“Iu semi di limuni fui sputato in questo dish da Empedocle d’Agrigento”) sono citati anche Verga e Pirandello, che insieme rafforzano l’idea di una sicilianità coesa, che crea a partire dai sogni, e che poggia i piedi su questa terra nutriente.

Continuando il viaggio tra paesaggi mediterranei vicini e lontani, ci colpisce “Homeground” di Antonio Perazzi: acqua e piante in una dichiarazione di trasporto sincero per la Sicilia. La terra su cui radicarsi, dissetarsi, correre, e assorbire bellezza. Tra il “naturale e l’addomesticato”, inteso non come coercizione, ma come dimora “viva” dell’uomo. Poi “Futuro anteriore” il giardino eroico di Donnafugata, in cui si racconta una agricoltura rende giardino il territorio. Le viti ad alberello di Pantelleria, patrimonio dell’Unesco, sono da salvaguardare e qui vengono celebrate nella loro semplice vitalità, come opere in movimento.

Donnafugata, Futuro Anteriore

In “The long Path” di Pietradolce, la cantina etnea della famiglia Faro, si cammina e si medita, in un viale di filari di vite, fino ad arrivare a un rifugio in cui fermarsi a riposare sotto l’ombra di un albero. Un paesaggio produttivo che parla della vite e dei tempi necessari della natura, a partire dalla pianta fino ad arrivare al vino. Il rispetto della vigna, la natura come arte, la cura per i particolari e l’amore sincero per la terra, sono valori che si respirano in azienda, si ammirano in cantina e si assorbono assaggiando i vini di Pietradolce.

Avanziamo tra piante da ammirare e da ascoltare, ma anche giardini da camminare dove alberi, fiori e aiuole definiscono nuovi spazi urbani (“Giardino lineare” di Lucia Angelini”) che crescono. Tra le installazioni permanenti “Ananmorphose” di François Abélanet insegna a guardare e guardarci da diversi punti di vista, dal basso e dall’alto, da vicino e da lontano: attraverso “aiuole mosaico” si relazionano storia e modernità, e tra geometrie e meraviglia ci si sente bene in uno spazio monumentale ma leggero. Il sogno è veramente base sicura della creazione, soprattutto qui a Radice Pura, e l’evoluzione, di piante e uomini, è bellezza in movimento. Al tramonto L’Etna che sembra guardarci dall’alto ci continua a mandare segnali di fumo.

Pietradolce, The Long Path

Ci allontaniamo solo pochi km da Radicepura, per finire la serata a Donna Carmela, il resort e Lodges creato dalla famiglia Faro. Anche qui le camere si fondono con l’esterno e sembrano quasi sospese sui giardini e l’orto e l’erbario riforniscono la cucina del ristorante (nella guida Michelin).

Potrebbe non esistere più limite tra spazio dell’uomo e della natura, tra sogno e pragmatismo, visione e realtà. Poter rimanere in contatto con noi stessi con i piedi nel verde, veder schiudere nuove forme pensiero, sapendo di non poter più fare a meno di diventare frammenti della natura che ci accoglie.

Il Garden Festival a Radicepura resterà aperta sino al 19 dicembre 2021.

Radicepura
www.radicepura.com

Radicepura Garden Festival
www.radicepurafestival.com

Pietradolce
www.pietradolce.it

Donna Carmela
www.donnacarmela.com

 


 

 

Scritto da