Si avvicina la 56esima edizione del Vinitaly, il maggiore appuntamento italiano del vino, in calendario a Verona dal 14 al 17 aprile prossimi. Grandi le attese con 1.200 top-buyer, un numero in crescita del 20% sull’edizione 2023 e del 70% rispetto a 2 anni fa.
Sold-out degli spazi disponibili, il quartiere fieristico – con oltre 100mila metri quadrati netti – darà spazio a circa 4.000 imprese espositrici. A fianco della fiera enologica ci sarà anche la 28ª edizione di Sol, International olive oil trade show (area C); Xcellent Beers (area I) e il 25° Enolitech, il Salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra (pad. F). Con le tre rassegne, il numero delle aziende presenti nei 17 padiglioni della fiera salirà a quasi 4.300 da 30 Paesi.
Rafforzata la collaborazione e il sostegno del Governo italiano, assieme al ministero dell’Agricoltura, al ministero delle Imprese e del Made in Italy, all’agenzia per la promozione all’estero ICE e alle Ambasciate: 65 i Paesi selezionati, invitati e ospitati a Verona, a cui si aggiungeranno – secondo le stime – circa 30 mila operatori stranieri che confluiranno a Vinitaly da oltre 140 nazioni. Il contingente più corposo è quello statunitense con oltre il 15% delle presenze, seguiti da altre 3 piazze strategiche extra-Ue: Canada, Cina e Regno Unito, che assieme sommano il 23% degli arrivi.
L’Europa
Il Vinitaly è stato presentato il 20 marzo scorso a Bruxelles al Parlamento Europeo, con la partecipazione di Ignacio Sánchez, segretario generale CEEV (Comitato europeo delle aziende vitivinicole) e John Barker, direttore generale OIV (Organizzazione internazionale della vigna e del vino). Una scelta opportuna perché a Bruxelles “si decidono le sorti del vino e della viticoltura, che in Italia valgono 14 miliardi di euro e oltre 7 miliardi in termini di export“. Lo afferma Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, che ha aggiunto:
«Questa è la prima presentazione di Vinitaly che facciamo al Parlamento Europeo, che è il centro nevralgico della politica Comunitaria, con l’obiettivo di contribuire ad accendere un ulteriore faro sul vino italiano, che ha proprio in Vinitaly il suo brand fieristico di promozione globale. E con questa logica della promozione abbiamo da poco terminato anche un giro del mondo durato oltre un semestre per operare una selezione ponderata dei principali buyer da invitare a Vinitaly».
Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere: «È forte la convinzione di poter fare molto in favore di un settore di cui ci sentiamo parte integrante. In un periodo non certo facile ci sentiamo ancor più in dovere di dare le giuste risposte a chi investe in fiera (…). In occasione della prima giornata nazionale del Made in Italy (15 aprile) presenteremo, assieme al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, la ricerca Se tu togli il vino all’Italia, un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto. Uno studio, realizzato dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly e da Prometeia, sull’impatto che il Belpaese subirebbe in termini socio-economici, turistici e identitari da un’ipotetica scomparsa del vino dall’Italia».
Nella foto: Paolo Borchia (europarlamentare), Federico Bricolo, Paolo De Castro (europarlamentare) e Maurizio Danese