Viticoltura, analisi e report vendemmia 2018. A cura di Uva Sapiens

 

Il report, a cura di Mattia Filippi di Uva Sapiens, è stato presentato a Siracusa durante l’evento Sicilia en Primeur 2019 di Assovini Sicilia.

Uva Sapiens è una società costituita da Leone Braggio, Mattia Filippi, Umberto Marchiori e Roberto Merlo, quattro tecnici professionisti, enologi ed agronomi, che forniscono consulenza ad aziende vinicole, dalle scelte strategiche per l’impianto delle diverse varietà, allo studio dei diversi terroir, alla gestione dei vigneti e dei suoli con un metodo legato alla sostenibilità, fino alle scelte enologiche e di vinificazione con soluzioni che puntano ad esprimere al meglio l’identità aziendale.
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L’annata e la vendemmia 2018 in Sicilia

L’annata 2018 è stata caratterizzata da una buona produzione per tutta l’Italia, un trend che si conferma dal 2015. Anche la Sicilia è in linea con questa tendenza, ma il 2018 è caratterizzato da produzioni meno estreme.

Il 2018 comprova che l’Italia è caratterizzata da una diversità produttiva e qualitativa tale per cui ogni regione da delle risposte diverse agli andamenti climatici e produttivi.

Per capire meglio la vendemmia 2018 è possibile analizzarla attraverso un Indice Produttivo di Equilibrio che somma le differenze produttive 2018/2017 e 2018/media storica. Più questo indice è alto e più ci si trova di fronte ad un’annata estrema, più l’indice è basso e più si è vicini ad un concetto di costanza ed equilibrio produttivo. Confrontando le quattro regioni italiane che rappresentano il 64% della produzione nazionale, notiamo come gli Indici di Equilibrio Produttivo nel 2018 siano stati 37% per il Veneto, 46% per Emilia Romagna, 52% per la Puglia e 1% per la Sicilia. Ciò conferma che l’annata vitivinicola 2018 sull’Isola, se pur diametralmente opposta al 2017, sia rimasta costante, confermando anche un valore aderente alla media negli anni.
A tal proposito, negli ultimi 6 anni di analisi, la Sicilia si conferma tra le tre regioni più equilibrate in Italia con Piemonte e Toscana rispetto alle medie storiche. Tale equilibrio corrisponde anche ad una produzione per ettaro contenuta e propedeutica alla qualità, assieme a Toscana e Piemonte tra le 6,5 e 8,5 ton/ha, 1/3 rispetto ad altre regioni italiane.

Sotto il profilo meteo-climatico, il 2018 rappresenta a livello europeo l’anno con la temperatura più alta mai rilevata da oltre un secolo, con valori di 1,83 gradi sopra la media; questo record è confermato anche in Italia con 1,49 gradi sopra la media, temperatura più alta dal 1800.
La posizione della Sicilia, al centro del Mediterraneo, rappresenta un vantaggio enorme ed unico, se confrontato con altre regioni europee, infatti non si sono registrati eccessi termici nel 2018, mentre negli ultimi 30 anni non ci sono state le forti anomalie climatiche che hanno interessato le altre regioni europee. Nel 2018 gli effetti del caldo africano e dei freschi flussi balcanici si sono alternati generando un ulteriore elemento di equilibrio climatico.

L’estate è stata più piovosa al sud rispetto al nord. In Sicilia sono stati registrati diversi fenomeni piovosi oltre la media in giugno, agosto, settembre e ottobre, in maniera disomogenea sull’Isola, ma confermando costanza delle distribuzioni dei fenomeni piovosi nelle diverse areali. Dal punto di vista qualitativo, le uve hanno giovato di queste precipitazioni estive a livello di bilancio idrico per le tipologie di suoli e le conduzioni agronomiche adottate in Sicilia. C’è stata inoltre una dilatazione dei tempi di raccolta che ha permesso una maturazione più lenta ed un accumulo zuccherino più contenuto. Le temperature fresche durante le fasi di raccolta hanno aiutato a preservare aromi ed acidità nelle uve a bacca bianca. Alcune aree della Sicilia occidentale hanno subito momenti di perturbazioni anche violente con grandine e nubifragi e conseguenti perdite di uva, tuttavia hanno prodotto vini bianchi con spiccate note aromatiche e buona acidità.

Il Grillo e lo Zibibbo sono le punte di diamante dell’annata 2018. I rossi, raccolti mediamente due settimane in ritardo rispetto al 2017, sono leggermente meno opulenti e meno concentrati in colore, ma caratterizzati da eleganza e freschezza. Il Syrah è stato nuovamente una delle varietà più interessante nel 2018, per la grande capacità di adattamento al clima siciliano. Nella Sicilia sud orientale si è condotta una vendemmia molto interessante, senza eccessi di pioggia e senza l’influenza pesante dello scirocco. Le province di Siracusa, Ragusa e le zone costiere dell’agrigentino sono state tra le meno piovose della Sicilia. Il clima mite ha contribuito all’ottenimento di uve perfettamente sane e con dei livelli di maturazione fenolica per il Nero d’Avola graduali e completi. Sicuramente una grande annata anche per Frappato e Cerasuolo.

Sull’Etna, la scarsità di pioggia ad aprile, maggio e giugno e l’assenza di precipitazioni a luglio ha permesso alle uve di arrivare nelle fasi di maturazione e raccolta in perfetto stato sanitario, il Carricante a settembre è stato raccolto in una condizione perfetta e prima delle piogge di ottobre. Il Nerello Mascalese ha fatto i conti con una raccolta molto frazionata ed alternata alle piogge autunnali ed alle forti escursioni termiche, con molte differenze tra i vari versanti. I risultati sono interessanti per la freschezza e verticalità dei vini con gradazioni alcoliche più contenute, ma saranno unici sotto il profilo della longevità.

Sotto tutti i profili di analisi meteo-climatici, produttivi e qualitativi, l’annata vitivinicola 2018 sarà ricordata come l’Anno dell’Equilibrio.

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