Zisola, l’impronta di Marchesi Mazzei in Sicilia

 

È un caldo venerdì di fine Maggio. La Sicilia, come il resto dell’Italia, si appresta a ripartire timidamente dopo le limitazioni imposte per scongiurare la pandemia del secolo. Decidiamo di raggiungere Zisola, una tenuta nel cuore della Sicilia Sud-Orientale di proprietà della famiglia Mazzei, storica famiglia toscana che dal XV secolo produce vino in Chianti (Marchesi Mazzei – Fonterutoli, ndr).

Da Palermo, imboccata l’autostrada per Catania, giungiamo a destinazione in poco meno di tre ore. È la prima volta che entro in tenuta, ed il viale cinto da alti ulivi mette subito di buon umore. Ad accoglierci ci sono Elisabetta Musso, area vendite Sicilia; Dario Pennino, Export  Manager & Zisola Brand Manager; e Andrea Di Pino, responsabile dei Wine Tour in tenuta.

Elisabetta è la nuova arrivata in casa Zisola, ragazza solare che di vino ha già scritto e tanto venduto. Dario, come Elisabetta, è palermitano: ha girato il mondo e da cinque anni lo fa per Zisola, portando con orgoglio la storia dei Mazzei, con un po’ di Sicilia, nei mercati esteri. Andrea, invece, nato e cresciuto a Noto, ha vissuto l’azienda fin da bambino, ne conosce tutte le vicissitudini ed è la persona giusta per guidare l’accoglienza in tenuta.

Filippo e Francesco Mazzei

Per meglio comprendere la storia e la filosofia dei Mazzei e della loro discesa in Sicilia bisogna partire proprio dal papà di Andrea, il Signor Gaetano: era il 2003 quando Filippo Mazzei, individuando nella zona d’origine del nero d’Avola potenzialità inespresse, decise di passarla al setaccio a bordo di una Volksvagen Passat, con l’obiettivo di trovare il terreno che facesse al caso suo. In macchina con lui degli amici non da poco: Diego, Francesca e Alessio Planeta. Il giro portò i suoi frutti e, a pochi passi da Noto, in contrada Zisola, i fratelli Filippo e Francesco Mazzei acquistarono 52 ettari. Il signor Gaetano si occupò delle formalità e da allora ricopre il ruolo di Amministratore dell’azienda.

Oggi la tenuta dispone di 22 ettari vitati, suddivisi in 20 parcelle. I vitigni impiantati sono principalmente nero d’Avola, e in misura minore syrah, petit verdot, grillo e catarratto. I restanti ettari sono occupati da agrumi, ulivi, mandorli e avocado. I vini prodotti sono cinque, quattro rossi e un bianco. Il consulente enologo è il toscano Carlo Ferrini.

La nostra passeggiata inizia dal baglio principale della tenuta risalente al XVIII secolo, gli infissi sono rossi e il bouganville folto. Nella strada che percorriamo a piedi verso i vigneti ci accorgiamo dell’origine fortemente calcarea dei terreni. Lo spazio è aperto e ventilato a un’altitudine compresa tra 90 e 130 metri sopra il livello del mare. Le brezze marine, dovute alla vicinanza della costa, concorrono a moderare le elevate temperature estive e a mitigare gli inverni. Sullo sfondo, non tanto distanti, si scorgono gli edifici barocchi di Noto. La cantina è piccola ma efficiente, dotata di vasche d’acciaio a temperatura controllata e oltre 350 fusti di rovere per l’affinamento dei vino.

La degustazione
Il pomeriggio è dedicato agli assaggi: si inizia con l’unico bianco prodotto, Azisa 2020, un blend di Grillo (85%) e Catarratto (15%). Il profilo del vino è nitido, i sentori sono di fiori bianchi e agrumi, la beva pronta e facile. A seguire i rossi con due annate di Zisola, un Nero d’Avola in purezza lasciato a maturare per circa 10 mesi in piccoli fusti di rovere francese, in piccola parte nuovi. Il 2013 mette immediatamente in luce l’annata calda e asciutta, mostrando sentori di agrumi maturi. In bocca è equilibrato e composto, una piacevole sorpresa per un vino che, in fondo, non è stato pensato per lunghi invecchiamenti. Lo stesso vino, inoltre, vanta una menzione di Wine Spectator per essere stato inserito nella Top100 del 2015 all’89° posto. A seguire, il giovanissimo 2019, figlio di un’annata piovosa che – nel bicchiere – trascina il vino verso sentori di frutti di bosco e felce. In bocca è varietale, di un genere di esuberanza palese ma non invadente.

Si passa a due annate di Doppiozeta, il cru di tenuta, con i millesimi 2014 e la 2017. Anche questo è un Nero d’Avola in purezza proveniente da 3 parcelle specifiche, dal nome rispettivamente tanto pratico quanto poetico: Accanto Piscina, Ex Mandorleto e Sopra Navel. L’affinamento in legno dura 16 mesi con un primo passaggio in botte piccola, per poi terminare in botte grande di rovere francese. Vini di maggiore complessità, note di frutta rossa e speziate. La 2017 promette una buona evoluzione, da conservare.

Infine, i due vini da vitigni internazionali Achilles 2016 da uve Syrah, ed Effe Emme 2015 da uve Petit Verdot. Il syrah di Achilles, perfettamente ambientato in Sicilia, esprime qui tutte le sue potenzialità, soprattutto a Zisola, dove l’allevamento ad alberello ne contiene la naturale esuberanza. Al naso ciliegia nera e fogliame, in bocca è rotondo e giustamente tannico. Ben diversa la faccenda per EffeEmme – le iniziali di Filippo Mazzei – ottenuto da uve petit verdot, un vitigno originario della zona del Médoc. Le caratteristiche dei suoli total white di Noto trovano in questo vino una risposta inaspettata, irrequieta, ma ricca di personalità. Un assist perfetto per i cultori dei vitigni internazionali. Per entrambi l’affinamento in legno è di 16 mesi.

E’ quasi buio e dal baglio seguiamo le luci della cucina, dove la signora Giusi, con l’aiuto del marito Antonio, è pronta ad accoglierci. Della cena non vi racconteremo, ma ci teniamo  precisare che è stata splendida come tutta l’accoglienza ricevuta.

di Orazio Corona


Dove Dormire
Zisola dispone di alcune splendide camere che, tuttavia, destina ad ospiti speciali, ai professionisti e – in genere – durante le attività collegate alla cantina. Di seguito qualche suggerimento per trascorrere a Noto e dintorni un soggiorno indimenticabile.
FP

  • Il San Corrado, Relais & Chateaux, ilsancorradodinoto.com. Aperto da qualche settimana (maggio 2021), questo elegante e confortevole Relais di campagna – un tempo tenuta dei principi Nicolaci – si posiziona da subito tra le più esclusive e lussuose residenze di Sicilia. Olivi, aranci e mandorli dipingono un quadro fuori dal tempo. Ventotto le camere, la più piccola, per gli standard continentali, è per dimensioni quasi una major suite. Notevoli le due piscine, una particolarmente grande, l’altra lunga e pensata per il nuoto sportivo (100 mt.). Fiore all’occhiello: il ristorante gourmet Principe di Belludiaby Ciccio Sultano. Dell’esperienza gastronomica vi parleremo in uno dei nostri prossimi articoli. 
  • Mira Borgo di Luce – I Monasteri, Golf Resort, www.imonasterigolfresort.com: alle porte di Siracusa, è il 5 stelle del gruppo Mira Hotels & Resorts. Ex convento benedettino, conserva architettonicamente il fascino originario dell’antico edificio, inserendosi armoniosamente nel paesaggio naturale circostante. Il Golf Club promuove il progetto “MIRA in rosa”, offrendo iniziative esclusivamente dedicate alle donne. Dotato di 102 camere e suite, un’ampia SPA e un campo da golf 18 buche 17 par.
  • Country-House Villadorata, www.countryhousevilladorata.it: trasformata in una contemporanea residenza estiva, si trova all’interno di una tenuta di 22 ettari, tra uliveti, mandorli, agrumi e piccolo vigneto coltivati con metodo biodinamico, nel pieno rispetto della natura e dell’ambiente, un’oasi di pace fuori dal tempo e tutti i comfort di un hotel di lusso. La piscina usa una miscela di sali minerali a base di magnesio, potassio, iodio e oligoelementi ad elevata attività biologica, elementi le cui proprietà benefiche sono note fin dall’antichità. I Sali della Vita, disciolti nelle acque riproducono le qualità salutari delle acque termali. Oltre la tenuta di campagna, 7 Rooms Villadorata è la residenza nobiliare nel cuore barocco di Noto: il palazzo offre agli ospiti un’esperienza unica riproponendo il fascino antico del Gran Tour in chiave moderna nell’ala privata dell’iconico palazzo Nicolaci.

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