Cogito sulla “fottuta campagna” di Arianna Porcelli Safonov

 

Sul muro della mia camera, avrò avuto circa sedici anni, avevo attaccato una stampa della casa editrice Einaudi che riportava la seguente frase: “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri, che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”.

Si trattava di una citazione ripresa da “Il giovane Holden” di Salinger, che spesso confondevo con quello sfigato del giovane Werther, ma questa è un’altra storia. La storia di oggi parla, al contrario, di una giovane donna. Lei è intelligente, coinvolgente, solare, camaleontica, energetica ed è una donna che non le manda a dire (evviva Dio!).

Risponde al nome di Arianna Porcelli Safonov e l’ho conosciuta un giorno, per caso, tramite un video condiviso su Facebook da un nobile toscano decaduto che mi ritrovo fra i contatti. Beh, io quest’ex blasonato pieno di debiti non lo ringrazierò mai abbastanza perché mi ha aperto un mondo. Un mondo fatto di una tagliente ironia, di amare osservazioni, di lucide consapevolezze e di acute riflessioni: il mondo visto con gli occhi di Arianna.

fottutacampagnalibroMa chi è costei? Dalla biografia della sua esilarante opera prima “Fottuta Campagna” (Fazi editore), si legge che: nasce a Roma, si laurea in Storia del Costume e comincia a lavorare come un mulo nell’organizzazione di eventi facendoselo cubico in giro per il globo terrestre. Nel 2008 decide di studiare teatro comico e apre un blog di racconti umoristici che chiama “Madame Pipì”, nel quale si diverte a raccontare le molteplici sfaccettature della sua nuova vita bucolica e non.

Nelle serate palermitane ha deliziato il pubblico con i suoi cavalli di battaglia e con quello che l’ha resa più celebre in rete: “Ti lascio bio”, un monologo nel quale demolisce le infinite certezze errate dei “bio-rincoglioniti”, vittime eccellenti della colossale truffa del falso biologico e dei trend del momento.

Lodi ad Alberto Tasca e Adriana Falsone per la scelta della location dell’ex Noviziato dei Crociferi in occasione di “Cogito – Un aperitivo per la mente” il cui tema n. 3 trattato era “A modo bio”, una carrellata riflessiva sui nuovi trend del consumo alimentare, sui cibi “con” (integratori, fermenti, omega3, fibre) e sui cibi “senza” (glutine, sale, lattosio, olio di palma)“, sulla scelta ardua ma sana di tornare alla vita di campagna, e su quanto siamo disposti a pagare di più per qualcosa che crediamo sia più sano. Ad aprire le danze le esilaranti CogitAzioni del narratore Salvo Piparo tra cui una che cattura particolarmente la mia attenzione: “La cucina tradizionale sarà biologica? Quando il biologico ancora non esisteva, tutto era biologico. La cucina delle nostre nonne era poesia, era teatro”. Come dargli torto?!

Sin dalle prime battute Arianna catalizza l’attenzione dei presenti perché ha la grazia di un cigno, la determinazione di un felino e la memoria di un elefante, ricordandomi la stessa maestria della Argerich al pianoforte. I suoi monologhi sono spesso bisbigliati e molto passionali, perché quei temi le appartengono. Appartengono ai suoi trascorsi, messi in discussione e mai rinnegati, e alla sue scelte attuali, come quella di trasferirsi in un cascinale dell’Oltrepò Pavese, impedendo così alla “depressione urbana” di avere la meglio.

È così che nasce “Fottuta Campagna”, un libro che ho letto tutto d’un fiato tra grasse risate e la contemplazione estatica del “Ah….! Quanno ce vo, ce vo!”.

Sul palcoscenico la Porcelli Safonov è esilarante anche quando affronta, con sano cinismo, temi forti e crudi come quelli di “Piaghe”, sette monologhi comico/missionari sulle analogie tra le piaghe bibliche e le piaghe contemporanee che toccano passo dopo passo tutti i malesseri dell’apparente benessere della nostra società: i centri commerciali; i black friday; i “clandestine works”; i talents show; i parvenu del “c’ho il contatto giusto” e di tutte quelle illusioni sfoggiate da ipocondriaci individui individualisti e dall’edonismo irrisolto. Quelli morti dentro e “belli” fuori, per intenderci. Toccanti e drammaticamente realistiche le video tavole in time-lapse dell’ “osservatore distaccato” dalla “biro partigiana” Steve Magnani che interagiscono alternandosi fra “una piaga e l’altra” e giocano a ricordare, attraverso il silenzioso personaggio di Mr. Kill, le opere di Gustavo Dorè e i suoi gironi infernali.

Qualcuno si chiederà perché sono partita da Salinger. Presto detto. Perché quando hai finito di leggere “Fottuta Campagna” vorresti che Arianna Porcelli Safonov fosse tua amica per la pelle e poterla chiamare al telefono ogni volta che ti gira (punibile ai sensi dell’art. 612 bis. per atti persecutori e/o stalking).

 

(vedi anche: wineinsicily.com/fottuta-campagna-di-arianna-porcelli-safonov)


 

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