PSR, Sicilia e bandi. Lost in progress?

 

Nella foto dott. Giovanni Selvaggi
Presidente di Confagricoltura Catania

 

Agricoltura, finanziamenti, risorse, burocrazia e Grandi Opportunità. Un intreccio di notevole complessità tocca le corde di una delle ultime, importanti risorse di una Sicilia che produce e che si fa strada con impegno, decoro e anche bellezza. Queste opportunità potrebbero essere subito conferite dalla Unione Europea, risorse finanziarie consistenti.
Il PSR, ovvero Programma di Sviluppo Rurale è uno strumento che per la sola Sicilia e per il periodo 2014-2020 ha assegnato risorse per “2.212.747.000 Euro”, in lettere, duemiliardi duecentododicimilioni settecentoquarantasettemila Euro. E’ la regione d’Italia a cui è stata assegnata la maggior dotazione finanziaria a livello nazionale.

A questo punto il lettore potrebbe chiedersi COME si distribuiscono cotante risorse e con quali criteri. E se non proprio sprovveduto, intuirà che da questo momento in poi e vista la dotazione finanziaria così polposa, si genereranno veementi interessi e raffinate forze burocratiche.

Gli obiettivi
Il PSR, attuato dall’assessorato regionale all’agricoltura attraverso bandi su diverse misure, è istituito per stimolare la competitività del settore agricolo, garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima, realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresi la creazione e il mantenimento di posti di lavoro attraverso alcune priorità (si veda http://www.psrsicilia.it/2014-2020).
La sua attuazione è demandata alle singole regioni che hanno il compito di formulare, appunto, dei bandi al fine di assegnare ad ogni sottomisura l’ammontare del fondo concordato (vedi nota).
Quindi, se si volesse vedere criticamente il punto, sino al 25.11.2015 non potevano esistere i bandi. Un accavallamento che ha le sue negatività e che non giova al nuovo PSR.
Andiamo avanti. Dicevamo che per erogare i fondi il PSR 2014-2020 sono necessari i bandi regionali e visto che ogni capitolo o sottomisura del PSR necessita di un suo bando, la cosa diventa alquanto farraginosa. Da dove si inizia? Chi è il primo? O si va in ordine sparso?

La risposta è che non c’è una regola.

Ad oggi, su 58 sottomisure presenti nel testo approvato, solo 13 (tredici) sono state attivate con bando, meno di un quarto del totale. Una situazione non felicissima. In una Sicilia che ha un reddito pro capite inferiore del 75% della media europea – ed è una loro definizione – è determinante la prontezza della Pubblica Amministrazione, che a parere di chi scrive dovrebbe giocare d’anticipo. Adesso si attendono i bandi per tutte le altre misure che sono in cronico ritardo e sbloccare i fondi GIA’ disponibili.
Si potrebbe iniziare dalla promozione. Sono molte le aziende che possono fruire del ciclo espositivo e fieristico 2016-2017 con prodotti già finiti e in magazzino. Nel campo del vino si pensi alle fiere Prowein in Germania o al Vinitaly di Verona. Solo che c’è un altro piccolo dettaglio che inceppa nuovamente la macchina. La relativa sottomisura 3.2 riguardante i fondi per la promozione è rendicontata attraverso il portale SIAN (o Sistema Informativo Agricolo Nazionale). Questo sistema informativo di servizi del comparto agricolo, che segue gli adempimenti previsti dalla politica agricola comunitaria, al momento non funziona. Quindi, le aziende non possono rendicontare. Tutto fermo. Si attende…

Nel mentre, qualcuno si esaspera per varie ed eventuali, e non sono pochi. Un esempio. Gino Provenzano conduce una piccola azienda olivicola di tredici ettari presso Partinico. Per lui, l’attività si traduce in produzione di olio extravergine di oliva, un segmento che ha visto e che vede ogni giorno mille difficoltà con rese molto basse, nella media tra il 13 e il 18% delle olive raccolte. Racconta in uno sfogo di pochi minuti: “una buona notizia c’è, ed è la nuova IGP sull’olio siciliano, un buon riconoscimento da Bruxelles che dovrebbe aggiungere un po’ di valore al mio lavoro. Almeno lo spero, vedremo cosa succederà nei prossimi mesi. Per il resto vedo una burocrazia ferma. Io sono in biologico e i grattacapi non si contano. Prendere gli aiuti è complesso, si prova a rinnovare l’azienda e ad acquistare macchinari che sono costosi; a volte te li danno, poi sei costretto a restituirli per errori anche banali, e sei nei guai. Cambiano i ruoli, cambiano gli assessori, ma i risultati sono sempre uguali, la gestione delle risorse non funziona. Non ce la fanno. Anche la buona volontà di un assessore può essere insufficiente”.

Un’altra testimonianza importante arriva dalle organizzazioni di settore. Abbiamo pensato di intervistare il dott. Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania, al quale abbiamo posto alcune domande per verificare la situazione generale.

D. Dott. Selvaggi, il PSR sembra essere un buon strumento in mano alle aziende agricole siciliane. E’ così?
R.  Sarebbe un buon strumento se si riuscisse a farlo finalmente partire e se le aziende agricole di tutte le dimensioni fossero messe nelle condizioni di poterne usufruire. I fondi a disposizione sono tanti ma gli imprenditori agricoli sono sotto scacco della crisi e dell’arretratezza da anni e non tutti, anzi direi la maggior parte, non hanno la possibilità di anticipare fondi per far partire progetti legati al Psr. Naturalmente allo stato attuale, parliamo di mere ipotesi perché del Psr 2014 – 2020 in Sicilia è stato pubblicato poco e nulla e di questo dobbiamo ringraziare la Regione e la pletora di assessori che si sono alternati dal 2014 ad ora.

D. Mettiamoci per un attimo in riga con i primi della classe. Comparando i bandi del nuovo PSR di tutte le regioni d’Italia si nota grande disomogeneità e un diverso stato di avanzamento. Perché?
R. In altre regioni i governatori e gli assessori pensano e programmano e sono consapevoli dell’importanza del comparto agricolo, uno dei pochi che in questi anni di crisi ha avuto un andamento anticiclico, e magari hanno meno forestali e più imprenditori.

D. E’ normale un ritardo di due/tre anni? Siamo quasi nel 2017 e non ci sono i bandi per un PSR che partirebbe, almeno teoricamente, dal 2014.
R. Se nel 2016 stiamo ancora spendendo gli ultimi residui del precedente piano è più che normale. In realtà non è normale per nulla. La litania di non ripetere gli errori fatti con i precedenti piani l’abbiamo ascoltata sin dal 2014 e adesso siamo arrivati alle soglie del 2017.

D. Dicevamo che sono passati tre anni, quindi è da allora che gli investimenti sono bloccati? Se si, cosa bisogna fare?
R. La Regione faccia il suo pubblicando i bandi e soprattutto conceda alle aziende un accesso semplificato ai finanziamenti, evitando complicazioni burocratiche che rischiano solo di svilire l’efficacia degli interventi.

D. La misura 4.1 – di cui se ne invoca l’importanza – cosa finanzia esattamente?
R. Gli interventi della misura 4. 1 dovrebbero essere volti a favorire la realizzazione di investimenti strutturali nelle aziende agricole finalizzati all’ammodernamento tecnologico ed all’introduzione di nuovi prodotti e processi. Sono previsti finanziamenti a fondo perduto fino al 70% per opere di ammodernamento strutturale delle aziende agricole, agro-industriali e forestali e per favorire la sostenibilità ambientale. Peccato che poi leggendo con attenzione, come illustri colleghi agronomi hanno già segnalato, scopriamo che in queste opere di ammodernamento tecnologico non sono compresi gli investimenti relativi ad impianti di irrigazione, comprese le opere di captazione, adduzione, raccolta e distribuzione dell’acqua. In una terra come la nostra dove il problema dell’acqua e della distribuzione della stessa è ultra sentito dagli imprenditori agricoli non si possono ottenere risorse per fare investimenti. Bah!

D. Il PSR precedente, quello 2007-2013, fino a quando è stato operativo? Ci sono strascichi?
R. Si stanno spendendo con grande calma i residui.

D. Ha notato differenze nella interpretazione dei bandi europei da parte delle regioni? Perché? Che diversità riscontra la Sicilia?
R. La differenza, come già detto, è innanzitutto nella tempestività e nell’attenzione. La diversità è sotto gli occhi di tutti. Il perché dovrebbero spiegarlo i governanti della Regione.

D. La Sicilia – come si riscontra nei testi approvati – è la regione d’Italia che più si avvantaggia nella spesa dei fondi europei. E’ davvero un vantaggio o stiamo affrontando una arretratezza tecnologica e/o manageriale?
R. Affrontiamo una arretratezza atavica che gestendo così il Psr e continuando a prendere bastonate dall’Europa, vedi abbassamento dazi per l’olio tunisino e porte aperte alle arance sudafricane, solo per citare gli ultimi esempi, diventerà insuperabile. Pochi giorni fa a Catania è stato in visita il commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan. Per fare un figurone gli hanno mostrato le eccellenze e regalato l’olio Igp di Sicilia, l’agricoltura che soffre a causa di misure europee come quello che ho citato prima o che non può ammodernare gli impianti di irrigazione l’hanno tenuta nascosta.

D. Secondo lei qual è la ragione per cui la Sicilia è indietro nella creazione e pubblicazione dei nuovi bandi?
R. Non lo so. Però mi conceda di farle una domanda che da giornalista magari potrà girare a qualche politico. I fondi regionali del cofinanziamento del Psr ci sono?

D. E’ vero che la Sicilia è la regione che produce più “biologico” in Europa?
R. Verissimo. Lo sottolinea spesso, e non senza enfasi, il nostro assessore all’Agricoltura. Chissà quanto durerebbe questo primato se domani finissero gli incentivi.

D. In generale, quali sono i rischi che corre comparto agricolo siciliano?
R. Il rischio principale che corre è di rimanere uguale a se stesso.

 


 

Nota: il testo del piano si divide in misure (15) e sottomisure (58) che dettagliano analiticamente l’obiettivo perseguito e le risorse messe a disposizione. Le aziende presentano le proprie richieste relativamente alle sottomisure. I progetti sono esaminati, approvati e, alla fine di tutto, “rendicontati” con esibizione ai funzionari dell’Assessorato delle risorse agricole e alimentari di fatture e altra documentazione probatoria. Si veda http://www.psrsicilia.it/2014-2020/misure. La creazione dei bandi è subordinata alla presentazione di un programma regionale, cosa avvenuta e approvata il 24 novembre 2015 (“CCI 2014IT06RDRP021”).

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