Il Sian di Agea non funziona, lo dice il TAR Sicilia

 

La notizia è rimbalzata nelle ultime 48 ore su vari canali, noi la riportiamo integralmente da AgriSette, la newsletter settimanale di approfondimento del mensile AgriSicilia (http://mensileagrisicilia.it/agrisette/32.2018/sian.pdf).

Il TAR Sicilia, nella sentenza sul ricorso presentato dall’Unione Allevatori Sicilia, ha evidenziato anomalie nel sistema informatico di Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), il Sian. Il suo cattivo funzionamento ha messo in difficoltà il comparto del biologico siciliano, nonostante sia uno dei più costosi, superiore al 900 per cento rispetto a quello sostenuto da altri Paesi dell’Ue.

Il livello di preoccupazione non diminuisce perché chi non ha ricevuto i premi previsti dai bandi del Psr non potrà riceverli immediatamente per effetto di questa sentenza. Potrà, invece, proporre azione di responsabilità per danni contro Agea responsabile di aver bloccato i pagamenti a causa del Sian. Le aziende siciliane sono numerosissime, l’Agea rischia adesso molto. Agea gestisce oltre 7 miliardi di euro all’anno per circa un milione e mezzo di beneficiari.


IL TAR SICILIA SENTENZIA: IL SIAN NON FUNZIONA

Il Sian, il sistema informatico di Agea, non funziona. Prima le frasi sussurrate nei corridoi dell’Agenzia e del Ministero dell’Agricoltura, poi le proteste degli operatori dei centri di Assistenza agricola e degli agricoltori. Adesso per no il Tar Sicilia, nella sentenza sul ricorso presentato dall’Unione Allevatori Sicilia, sancisce il fallimento di un sistema informatico che per nove anni (tanto è durato il contratto tra Agea e Sin la società pubblico-privata che ha fornito il sistema) è stato pagato ogni anno quasi 100 milioni di euro. In Francia, il sistema Telepac comparabile al Sian, costa complessivamente 23 milioni all’anno. Le anomalie i malfunzionamenti del sistema informatico, com’è noto, hanno messo in ginocchio il comparto del biologico siciliano.

«Per la prima volta a certi care che il sistema non funzioni non lo dicono voci di corridoio nell’indifferenza di Agea, ma una sentenza del Tar Sicilia pesante come un macigno. Possibile che nell’era del digitale avanzato il destino e la sopravvivenza delle aziende agricole debba dipendere dall’incapacità di gestire un sistema informatico?» domandano Ignazio Corrao ed Elena Pagana, rispettivamente eurodeputato e deputata regionale M5S, commentando la notizia dell’esito del ricorso al Tribunale amministrativo regionale.

Nel caso siciliano – aggiungono i deputati – le anomalie di un sistema informatico che fa acqua da tutte le parti hanno tagliato fuori gli agricoltori siciliani dai finanziamenti Ue e adesso molti di loro sono sull’orlo del fallimento. Mai come adesso occorre intervenire sulla governance di Agea, che svolge per conto del Ministero dell’Agricoltura le funzioni di “organismo pagatore” italiano. Non è più differibile un audit globale e dettagliato sul funzionamento del sistema, promuovere un’azione di responsabilità nei confronti dei dirigenti che avrebbero dovuto garantire il corretto funzionamento e imporre lo snellimento e la correzione delle anomalie che da anni zavorrano il sistema“.

Di analogo tenore il commento di Vincenzo Figuccia deputato dell’Udc all’Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia: «Occorre intervenire sulla governance dell’Agenzia che svolge per conto del Ministero dell’Agricoltura le funzioni di organismo pagatore e di coordinamento per rendere efficiente il sistema ed evitare che ritardi insopportabili come quelli a cui abbiamo assistito, possano ripetersi. È necessario un impegno coordinato e risolutivo di Ministero, Agea e Regione che consenta di riallineare velocemente a favore delle aziende siciliane i pagamenti dei contributi pregressi per biologico, indennità compensativa, agroambiente e benessere animale».

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