Assovini Sicilia torna a New York con due grandi eventi sui vitigni autoctoni

 

Ripartono i Grandi Vini di Sicilia e, dopo lo Special Edition di Verona, si guarda oltreoceano. E dove se non a New York!? Stavolta, però, ci sono dei contenuti diversi dal solito che scaturiscono dalle sempre più frequenti domande dagli appassionati, ovvero, i vitigni autoctoni poco noti all’estero. In effetti in Italia, e maggiormente in Sicilia, ce ne sono tantissimi, espressione di una personalità unica e una insuperabile vitalità.

Saranno due gli eventi in programma, una in presenza l’altra in collegamento digitale. Partner della iniziativa Colangelo & Partners, l’agenzia di pubbliche relazioni che lavora con brand premium del Food & Wine, con sede a New York e San Francisco.

Le degustazioni, rivolte alla Stampa americana sotto il tema Unveiling indigenous Sicilian Varietals, si terranno nel ristorante italiano di Manhattan “Il Gattopardo” e saranno condotte dalla sommelier Jenni Guizio. Venti le etichette tra Frappato, Perricone, Catarratto, Zibibbo, e i vitigni dell’Etna, il bianco Carricante e i rossi Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio.

Undici le aziende siciliane partecipanti: Baglio di Pianetto, Di Giovanna, Donnafugata, Fazio, Gorghi Tondi, Mandrarossa, Planeta, Tasca d’Almerita, Tenuta Santo Spirito, Terra Costantino, Valle dell’Acate.

Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia: “Negli ultimi 20 anni, la Sicilia ha dimostrato di essere una delle regioni viticole più dinamiche d’Italia, grazie alla dedizione e all’impegno dei viticoltori siciliani. La nostra missione è quella di continuare a far conoscere il mondo del vino siciliano e le sue caratteristiche distintive, promuovere la viticoltura di qualità come espressione di un mosaico di territori, ciascuno legato ad aspetti e caratteristiche diverse”.

 Lilly Fazio, vicepresidente di Assovini Sicilia e CEO di Fazio, Casa Vinicola in Erice: “Siamo in una nuova fase, con consumi che abbracciano diversi momenti della giornata. Noi possiamo intercettare questa domanda perché i nostri vini vivono la contemporaneità di un consumo sempre più evoluto che premia l’autenticità, ma anche la freschezza del frutto e la piacevolezza dei profumi dei nostri vitigni autoctoni”.

Josè Rallo di Donnafugata: “La Sicilia, isola al centro del Mediterraneo, è un continente vitivinicolo dalle straordinarie potenzialità e con un’immensa ricchezza di biodiversità, commenta. Donnafugata racconta questa diversità coltivando i suoi vigneti in quattro contesti molto diversi: dai terreni a picco sul mare, a quelli collinari, fino a quelli di montagna, puntando al miglior abbinamento tra terroir e vitigni autoctoni”.

Annamaria e Clara Sala, di Gorghi Tondi: “L’aspetto su cui lavoriamo da diversi anni è una viticoltura di mare, caratterizzata dalla vicinanza dei nostri vigneti al Mar Mediterraneo e dalle sue influenze”.

Per Gunther Di Giovanna, dell’omonima azienda di Sambuca di Sicilia, “ci sono molte antiche varietà autoctone siciliane ancora da scoprire che rappresentano la vasta diversità della Sicilia”.

Denominazione, territorio e varietà, sono i tre elementi attraverso i quali Tasca d’Almerita vuole raccontare oltreoceano la Sicilia. Alberto Tasca: “I vitigni autoctoni sono nati e adattati alle condizioni ambientali e climatiche della Sicilia. Condizioni ambientali che nei secoli si sono modificate e inasprite con intensità estreme come quelle che si stanno vivendo oggi.

Per questo, le varietà autoctone sono più resilienti e adatte alla viticoltura sostenibile del futuro, perché intimamente legate al territorio”.

A rappresentare l’Etna sarà l’azienda Terra Costantino. Fabio Costantino: “la ricchezza del territorio etneo e delle sue contrade fanno sì che la nostra identità come produttori si fondi inevitabilmente su dettagli di qualità sartoriale”.

Invece, della Sicilia del Sud est, parteciperà l’azienda Tenuta Santo Spirito di Vincenzo Gazzotti, che presenterà al pubblico americano il Cerasuolo di Vittoria “puntando sul terroir, la tradizione, la tipicità, come strumento per conoscere i vini siciliani nel mondo”.

Francesco Tiralongo, amministratore delegato di Baglio di Pianetto: “la sfida dei vitigni autoctoni biologici meno conosciuti è iniziata diversi anni fa e passa attraverso la ricerca ed il rispetto per il territorio. Valorizzare i vitigni autoctoni significa preservare l’eccellenza di un territorio vario e complesso come la Sicilia e rappresentarne la variopinta anima”.

L’agenzia Colangelo ha accolto la sfida e l’interesse a promuovere una Sicilia vinicola meno nota al pubblico americano. Gino Colangelo, presidente di Colangelo & Partners: “La Sicilia è una terra che esprime il suo vino in una moltitudine di sfumature e varietà. Mentre uve come Perricone e Zibibbo sono molto popolari in Italia, sono ancora da scoprire nel mercato statunitense. Attraverso la dedizione e gli sforzi di Assovini Sicilia, siamo sicuri di aggiungere un nuovo livello di conoscenza e apprezzamento dei vini siciliani negli Stati Uniti”.

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