Champagne, la Côte des Blancs di Larmandier-Bernier

 

Una delle visite che ricordo più volentieri è quella accaduta a Vertus in Champagne, più precisamente nella Côte des Blancs nella maison Larmandier-Bernier. Tutto ciò accadeva, il 20 giugno del 2013. Un viaggio tanto bello quanto duro. I soliti eccellenti compagni di ricerca erano Pasquale Buffa e Vera Bonanno. Nella stessa giornata visitammo la cattedrale di Strasburgo e pernottammo nei dintorni di Baden Baden, in Germania.

La Côte des Blancs
La regione vinicola della Champagne è suddivisa in quattro grandi sotto-regioni, una di queste è la Côte des Blancs. Situata nel dipartimento della Marna, si trova a sud di Epernay e si estende per circa 20 km, per una superficie di circa 3.000 ettari. Il versante principale è esposto a est, sei i comuni i cui vigneti possono fregiarsi della indicazione “Grand Cru”: Avize, Chouilly, Cramant, Le Mesnil-sur-Oger, Oger e Oiry. Il nome Côte des Blancs, è facile immaginarlo, si ispira alla varietà bianca di riferimento, lo Chardonnay qui coltivata per oltre il 90% delle superfici vitate. Tra le particolarità di quest’area, aromi lievi e delicatezza, finezza e eleganza.

Vertus
Le case history di successo hanno spesso tre cose in comune: tenuta storica, proprietà, conduzione familiare. Sulla storicità, le due famiglie dei Larmandier e dei Bernier si incrociarono alla fine ‘700; ma nonostante il periodo notoriamente turbinoso, trovarono subito la strada giusta. A quasi 250 anni da quella data la dimensione aziendale è di circa 20 ettari, la lavorazione è rispettosa, la difesa della natura e del territorio robusta. Niente chimica di sintesi. Il vigneto ha circa quarant’anni, la conduzione agronomica è in biodinamica. Gli headquarters e la cantina si trovano a Vertus, al numero 19 di Avenue du Général de Gaulle.
Dalla fine degli anni ’80 conduce l’azienda Pierre Larmandier, assistito da tutta la sua famiglia. La scommessa della biodinamica l’ha accettata nel 1992 e alla fine degli anni ’90 tutta l’azienda era convertita. Le vigne, invece, erano già nelle posizioni più belle: a Vertus, un Premier cru, e a Cramant, Avize e Oger, i Grand Cru. I suoli sono unici, anzi, leggendari per gli amanti di questa tipologia: gesso del Campaniano-Cretacico Superiore (70 milioni di anni fa), che fungono anche da magazzino di acqua d’estate e di calore nei mesi più freddi, così come una particolare nota distintiva sapido-iodata nel vino. Ogni Cru è vinificato separatamente, mentre le fermentazioni – inclusa la malolattica – sono lasciate al lavoro di lieviti indigeni. I contenitori in legno, la permanenza sulle fecce fini per un anno e l’assenza di filtraggi rendono le basi particolarmente ricche. Le varietà utilizzate, Chardonnay 90% e Pinot Noir al 10%. I successivi assemblaggi e l’inizio delle operazioni di tirage, solitamente a luglio, prendono in considerazione solo composizioni mono-varietali. Il tempo di affinamento minimo previsto prima del dégorgement è di 2 anni.

Due belle etichette
Nel caso specifico parto dal Latitude Extra Brut, una delle etichette che apprezzo particolarmente nel rapporto prezzo-qualità. I vini di riserva, a base Chardonnay, costituiscono il 40% sul totale; il dosaggio è di poco meno di 4 grammi/litro. Pima di essere commercializzato riposa in bottiglia per ulteriori 6 mesi. All’esame visivo è luminoso con un perlage esuberante. Al naso è fine con note di fiori bianchi e mele, zagare e limone di Amalfi, poi crosta di pane del primo mattino ed esili note iodate. Al palato è avvolgente, morbido, con un profilo maturo, grazie anche ai vini di riserva. Finale salino. Il prezzo è poco sopra 50 euro a bottiglia.
Di tutt’altra espressione l’Extra Brut Blanc de Blancs, Vieille Vigne du Levant 2013, un Grand Cru millesimato del comune di Cramant, a 10 km a sud di Épernay. Il vigneto, la Vigna di Levante, è esposta a sud-est. Le piante hanno oltre 80 anni e con radici molto profonde. L’esposizione favorisce la ricchezza e l’energia aromatica delle uve. La fermentazione è spontanea, in seguito avviene la fermentazione malolattica in barrique e in tini in legno austriaco (Stockinger). Il vino resta in affinamento per undici mesi sui suoi lieviti. Dopo l’imbottigliamento per la presa di spuma, il vino permane per circa 8 anni in bottiglia nelle cantine della Maison. La sboccatura viene effettuata 12 mesi prima della commercializzazione. Il dosaggio di questo Champagne è di 2 g/litro. Il colore è luminoso, tendente al giallo dorato. Naso profondo ed espressivo. Ricco, intenso e infinitamente succoso, ma anche molto fine e armonioso. Il sorso è molto complesso, persistentemente minerale e strutturato con grande tensione, finezza e fresca generosità.

FP


La sensibilità di Guido Coffa per i vini biodinamici in luoghi del vino leggendari ha regalato agli appassionati di questo genere un’occasione unica e imperdibile: segnaliamo, infatti, per martedì 10 ottobre una masterclass condotta personalmente da Pierre Larmandier presso il Relais Monaci delle Terre Nere. Seguirà cena con pairing. Per informazioni, scaricare la brochure qui di seguito in pdf: Locandina Larmandier-Bernier 10 ottobre



foto © di Pasquale Buffa