L’Europa chiede all’Italia un futuro più verde per la nostra agricoltura

 

Venerdì 18 dicembre la Commissione Europea ha reso pubbliche le raccomandazioni in merito ai contenuti dei Piani Strategici per la futura programmazione della Politica Agricola Comune (Pac) che gli Stati Membri, tra cui l’Italia, stanno redigendo.

Questi documenti erano stati annunciati lo scorso 20 maggio dalla Commissione all’interno del documento sull’aderenza della Pac agli obiettivi del Green Deal pubblicato insieme alle due importanti strategie Biodiversità al 2030 e Farm to Fork (dal produttore al consumatore).

Nella comunicazione viene ribadita in primo luogo a tutti gli Stati Membri la necessità che il Piano Strategico Nazionale per la Pac sia in linea con il Green Deal, indicando in modo esplicito l’obbligo di riportare i target delle strategie F2F e Biodiversità declinati a livello nazionale nei Piani Strategici.

La Commissione Europea, nel documento di lavoro destinato al nostro Paese, sottolinea i nodi dell’agricoltura italiana ancora da risolvere, sia sotto il profilo sociale che ambientale: dall’annosa questione dei titoli storici che impediscono una equa distribuzione del reddito, al calo della biodiversità delle aree agricole, all’utilizzo ancora eccesivo di pesticidi, fino all’insostenibile carico zootecnico in alcune aree del Paese.

L’Europa chiede, quindi, all’Italia un impegno sostanziale, attraverso gli interventi del Piano Strategico Nazionale a favorire l’agricoltura biologica, ridurre l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti, diminuire le emissioni zootecniche, intervenire per migliorare il benessere animale e la conservazione della biodiversità negli agroecosistemi, per ridurre il rischio idrogeologico. Tutto ciò anche attraverso l’implementazione e la diffusione del sistema delle conoscenze in merito, sin qui sottovalutate in fase di definizione della politica agraria nazionale (un’analisi di dettaglio verrà resa disponibile nei prossimi giorni sul sito di CambiamoAgricoltura).

«Questo documento ricalca molte delle richieste per una vera riforma della Pac contenute nel nostro decalogo reso pubblico già a luglio 2018» affermano le associazioni riunite nella Coalizione CambiamoAgricoltura. «Le raccomandazioni della Commissione Ue sono oggi importanti perché spingono il nostro Governo a redigere un Piano Strategico Nazionale della Pac post 2020 ambizioso e aderente alle sfide del futuro, in grado di correggere in parte le posizioni arretrate fino a ora assunte dall’Italia in sede europea sulle sfide ambientali e sociali della nuova Pac».

Posizioni che, ricordano le Associazioni di CambiamoAgricoltura, hanno contribuito alle decisioni del Parlamento Europeo e del Consiglio Agrifish sugli emendamenti che hanno indebolito i regolamenti presentati a giugno 2018 dall’allora commissario all’agricoltura Hogan, come dimostra l’analisi svolta dalla Coalizione CambiamoAgricoltura, presentata in un documento e con una serie di infografiche scaricabili sul sito della Coalizione.

Le Associazioni auspicano che la Commissione nel corso del trilogo riporti i regolamenti della Pac sulla strada del Green Deal, come affermato lo scorso mercoledì dalla Presidente Von der Leyen nel corso della Eu Agricultural Outlook conference.

«Oggi, in coincidenza con la pubblicazione delle raccomandazioni della Commissione Ue, abbiamo inviato due lettere ai Ministri dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, e dell’Ambiente, Sergio Costa, chiedendo che il percorso di definizione del Piano Strategico Nazionale riparta al più presto con l’istituzione del tavolo di partenariato promesso, con un proattivo e caratterizzante contributo del Ministero dell’Ambiente in questo processo». Tale obbligo è richiamato dalla Commissione stessa nelle sue raccomandazioni.

«Solo così» concludono le Associazioni «saremo certi che anche il nostro Paese farà la sua parte per operare la necessaria transizione ecologica dall’attuale modello agricolo dominante ad uno in sintonia con il Green Deal europeo».

Il risanamento della natura è fondamentale per il nostro benessere fisico e mentale e può contribuire a combattere i cambiamenti climatici e l’insorgere di malattie. Si inserisce al centro della nostra strategia di crescita, il Green Deal europeo, e fa parte di un modello di ripresa europea che restituisce al pianeta più di quanto prende”. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea

Fonti: slowfood.it

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